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Briganteggiando

Il blog di Francesco Placco

Briganteggiando

La proposta di legge per il software libero

Francesco Placco

Il logo della OpenSource Initiative

È di qualche giorno fa la notizia che il capogruppo regionale dell’Italia dei Valori, Emilio de Masi, ha presentato un progetto di legge sul software libero.

La mia reazione è stata semplice: “Cazzo ci voleva il progetto di legge per proporre il software libero??” 😀

Che le acque si siano mosse è già cosa buona, anche se torna sempre in mente che siamo nel 2012, e che ancora si pagano licenze per dei software che permettono di scrivere documenti di testo. Che ci sia truscia è cosa nota, e chiunque cerca di risparmiare qualcosa. Ma c’è bisogno della necessità di risparmiare per scoprire il mondo open source?

Come discusso più volte un po’ ovunque nella rete, i principali motivi per la mancata diffusione del software libero (e di sistemi operativi alternativi) sono la pigrizia e l’ignoranza. Però, almeno quando si tratta di soldi, tutti sono disposti a smuoversi un pochetto 🙂

A parte lo smielato discorso di de Masi, che utilizza diverse belle parole per giustificare un’operazione che termina nel risparmio economico, il software libero ancora non si conosce. Ne si conoscono le alternative ai software tradizionali. E sopratutto, nella Pubblica Amministrazione è ancora uno sconosciuto! Ed il motivo non saprei proprio dirlo.

Va anche sottolineato lo scarso livello di conoscenza tecnologica/informatica del bel paese. L’Italiano sembra ben accettare prodotti tecnologici dalla scarsa utilità (comunemente detti cacate) come iPad e simili, voglioso di schermi touch ed effetti grafici sublimi. Per non parlare dei giochi! Tutto fantastico nella sfera privata, ma perché un politico deve avere un iPad e non un portatile? Sarà comodo per le dimensioni, ma tolto questo. E sopratutto, perché il portatile deve contenere diverse centinaia di euro di software acquistato?

Resta un mistero. A sperperare soldi siamo sempre stati bravi.

Il progetto di legge, purtroppo, è necessario per smuovere le persone, almeno negli enti pubblici. Come si legge nell’articolo si potrebbero risparmiare ben 675 milioni di euro passando all’open source (anche se non so come sia stata fatta questa cifra sinceramente, visto che parliamo solo della Calabria). Il risparmio economico, purtroppo, è un buon compromesso per far conoscere questo mondo.

Dico purtroppo perché, altrimenti, la voglia di cambiare la hanno veramente in pochi. Il software libero è l’ennesimo esempio di un’Italia che sa come poter fare qualcosa, ma non ci prova nemmeno. Che sia per paura, che sia per ignoranza.

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Categorie:

Società, Tecnologia

Etichette:

Considerazioni, Politica, Software

Pubblicato il:

11 Luglio 2012

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