Da alcuni giorni sono scoppiate due nuove polemiche in città, apparentemente (purtroppo) poco sentite dalla popolazione. Una riguarda lo spostamento della biblioteca comunale Lucifero dall’attuale sede del Castello al nuovo plesso di Via Saffo, a Tufolo. L’altra, portata alla luce dalle sempre vigili associazioni Sette Soli e Gettini di Vitalba, riguarda un progetto che prevede l’abbattimento dell’ex Convento dei Cappuccini, tra Sant’Antonio e Marinella, per la costruzione di un nuovo palazzo.

Nel primo caso, il Comune si sta apprestando a spendere circa 80.000€ per il trasloco e la rifinitura dell’edificio, commettendo un grossolano errore: si sta spostando, infatti, la biblioteca usata principalmente da studenti, in una zona molto distante dalle scuole, rendendola di fatto meno fruible per gli studenti stessi.

Nel secondo caso, il Comune starebbe per cedere il terreno, di proprietà comunale, dove è costruito l’ex convento ad un privato, con l’intenzione di demolire la struttura storica per poter costruire una nuova unità abitativa, un palazzone. Anche questo, non c’è bisogno di dirlo, sarebbe un grossolano errore, anche se della vicenda non si sa ancora molto.

E allora, sorge spontaneo un collegamento, che, apparentemente, permetterebbe di evitare il dislocamento della biblioteca e la perdita dell’edificio storico. Se proprio si deve spostare la biblioteca, perché non la si sposta nell’ex convento?

L’ex Convento dei Cappuccini, da cui prende il nome la vicina strada, sta li dagli inizi del 1600. Fino ad ora, ha resistito abbastanza bene al tempo, ma poco possono le sue fragili mura contro l’intervento delle ruspe. In stato di totale abbandono almeno da una ventina di anni, la struttura è sempre più fatiscente, e nonostante l’area circostante sia stata riqualificata, nulla è toccato a questo storico edificio, dotato non solo di un’ampia struttura (~2000mq), ma anche di un grande giardino (~7000mq), con tanto di piccolo cimitero e diverse strutture memoriali.

L’occasione è ghiotta, oltre che molto più sensata: non solo si riprenderebbe uno spazio storico, ma lo si adibirebbe anche a spazio culturale. Un binomio che dovrebbe rappresentare la norma, ma che invece, ancora oggi, si dimostra spesso con un rapporto difficile.

Inoltre, come se non bastasse, la biblioteca rimarrebbe comunque vicina alle scuole, trovandosi l’edificio in un quartiere di fatto centrale della città. Dettaglio di non poco conto, dato che in questo modo gli studenti continueranno ad essere vicini anche alle fermate degli autobus, non correndo il rischio di perdere le (poche) coincidenze. Certo, non sarebbe sullo storico castello, ma a volerla guardare in un altro modo, ci si risparmia la salita (sopratutto col caldo) 😉

Insomma, sarebbe bello dotare la città di una chicca del genere, considerando che si può dare maggior lustro anche alla zona, che si potrà dotare di nuovi servizi, oltre alla maggiore vita che si potrebbe vedere in quella grande piazza perennemente vuota.

Anche in questo caso, staremo a vedere.

Una risposta a “Un’altra via”

  1. […] carburanti, mentre altri sono ignoti, come quello riguardante l’ex convento dei Cappuccini (venne fuori che ci volevano fare un palazzo), o quello dell’area in […]

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