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Per il 4° anno di fila si stanno svolgendo in tutta Italia le Invasioni Digitali. Per chi non ne avesse mai sentito parlare, si tratta di una settimana dedicata all’invasione organizzata di tutto ciò che rientra nei beni culturali: il centro storico di un paese, un edificio importante del posto, un paesaggio maestoso, un luogo di storia, e così via. Chiunque può partecipare, ed organizzare un’invasione sul proprio territorio. Non ci sono requisiti particolari, basta avere un itinerario valido ed un gruppo di volenterosi disposti a passare una giornata all’aperto a fare foto e a condividerle sui social network. Cosa si ottiene? Oltre alla sponsorizzazione del proprio patrimonio artistico e culturale, è un modo per avere un archivio documentale di moltissimi beni del bel paese, spesso sconosciuti.

Purtroppo, anche quest’anno il territorio Crotonese non ha avuto molto interesse nel partecipare. Mentre nel 2014 si partecipò in massa all’invasione dei resti di Acerenthia, e nel 2015 vi furono addirittura due gruppi, uno per la Grancia del Vurdoj ed uno per il centro storico di Mesoraca, il 2016 vede riconfermare il trend negativo, con una sola invasione alla Centrale Idroelettrica del Lese, a Castelsilano.

Il paragone è impietoso: ben 13 invasioni nella provincia di Cosenza, 6 in provincia di Vibo Valentia e 2 in provincia di Catanzaro. Solo la provincia di Reggio ci eguaglia. E’ vero, l’importante è che almeno un’evento ci sia. Tuttavia, è palese la scarsa attenzione del territorio Crotonese alle possibilità di sponsorizzazione reale della propria terra. Non le solite chiacchiere, ma un evento concreto, dai costi minimi se non inesistenti. Perché l’amministrazione Comunale non ha presentato, ad esempio, un programma organizzato? 3 luoghi in 3 giorni, tanto per dire. Un modo semplice per farsi pubblicità.

Sarà colpa del fatto che di giovani ce ne stanno pochi, nel Crotonese. Ma non è una giustificazione. Anche questo è un consiglio per il sindaco che verrà: partecipare attivamente, il prossimo anno, alle Invasioni Digitali. Un buon modo per stare all’aperto, visitare la propria terra e coinvolgere la popolazione.

Sempre che questa ne abbia voglia.

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