Ieri scrivevo del fatto che, nel pulire la spiaggia alla buona, ho rinvenuto diversi rifiuti medici e sanitari, come la boccetta di Lexotan che ho fotografato. Bene, oggi sono tornato in spiaggia, e devo dire che nonostante la pulizia fatta, che pure ha eliminato il grosso, questa è ancora visibilmente sporca. Questo perché la sporcizia non è rappresentata solo dagli oggetti visibili o a poca profondita, ma è sopratutto ciò che viene rinvangato da anni e che oggi appare come lo vedete in questa foto.

È come trovarsi di fronte ad una discarica passata per un tritatutto. Davanti a me ci sono “rifiuti” perfettamente organici – pezzi di legno, alghe, conchiglie, ossi di seppia e così via – mischiati a tanti piccoli pezzi di plastica, vetro, alluminio e chi più ne ha più ne metta. È tutto sminuzzato, tritato, mischiato ed esposto sulla battigia, rendendo di fatto impossibile una pulizia accurata. Pensate a quanto impiegherebbe una minuziosa pulizia del genere, nei soli due chilometri di spiaggia urbana.

Questo accade per due motivi: il moto ondoso del mare che insabbia i rifiuti e l’utilizzo dei “trattori” che di fatto rinvangano la spiaggia recuperando il grosso e lasciando in superficie le minuzie. Il tutto, ovviamente, è causato dal fatto che le persone gettano la qualunque tanto in spiaggia quanto in acqua. Plastica e vetro, a furia di essere mossi e di essere trascintati, finiscono per rompersi e disperdersi così come vedete, in mille e più pezzi, rendendo impossibile ogni recupero esaustivo.

Pulire la spiaggia ha dunque dei grossi limiti, in primis dovuti all’inadeguata raccolta degli anni passati. Si potrebbe tuttavia risolvere, o comunque tentare una risoluzione, impiegando degli appositi setacci – da applicare direttamente ai mezzi già utilizzati – che impediscano la dispersione di questi rifiuti così come si vede. Ma è ovvio che la riuscita di tale idea sarebbe funzionale nel solo caso in cui anche la popolazione si dimostrasse disposta a collaborare, compiendo l’epico sforzo di portarsi dietro tutti quei mozziconi.

Raccogliere il grosso serve ad evitare che altri oggetti si distruggano in questo modo, e va benissimo. Ma bisogna anche iniziare a pensare a come pulire a fondo, coadiuvando le operazioni di raccolta a vista a quelle di pulizia della sabbia. Solo così avremo la possibilità di ripulire le nostre spiagge, sempre che ci sia realmente la volontà di farlo.

Una risposta a “I limiti della pulizia amatoriale della spiaggia”

  1. […] cosa da fare è pulire. Cercare di togliere quanto più possibile dall’arenile, arrivando almeno a ciò che può essere raccolto con mano. Un’operazione lunga anche se non troppo stancante, che servirà ad evitare che la prossima […]

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