Un mio “difetto” è che per quanto scrivo, non lo faccio mai con la penna. Mi sembra quasi un ricordo scolastico, che mi riporta alla mente quel fastidio dei compiti a casa, le dita sporche. Eppure, al contempo, ho come un’attrazione per la cancelleria, che mi spinge a desiderare (e spesso comprare) penne, taccuini, agente, bloc notes e quaderni. Anche se poi non li uso.

Non so se esite un nome per questo comportamento un po’ impulsivo, che tuttavia mi pare di condividere con molte altre persone. È un po’ come l’agenda che ti regalano ogni volta ad inizio anno, e ti dici che proverai ad usarla. Niente di più falso: alla fine la lasci in un angolo della libreria e di anno in anno te ne sbarazzi.

Oggi mi è capitata una cosa simili, leggendo però un articolo online. Pensate un po’ che controsenso: mi viene voglia di comprare articoli di cancelleria dal computer. Ad ogni modo, sul Post hanno pubblicato un breve articolo su vari tipi di agente per l’anno che verrà, ed ero sul punto di comprarne almeno un paio.

Anche perché ho scoperto di essere piuttosto limitato, con il solo Moleskine o con l’agenda dell’attività sotto casa. Ne esistono davvero tante, ed almeno per un momento mi sono chiesto perché non ne avessi mai avuta una. La risposta in fondo la so già: perché non le uso.

Ho scoperto, tra l’altro, l’esistenza di un particolare metodo per gestire gli impegni: tale bullet journal, che sembra un adattamento di un’agenda digitale su carta. Un procedimento fatto al contrario, dallo smartphone al blocco note, dove si usano simboli e grafiche per “spostare” le attività tra le varie pagine. Cose che solo un’americano può inventarsi (e ritenere utile, per quel che mi riguarda).

Insomma, alla fine della fiera non ho comprato nulla. Sono andato a riprendere l’oramai vecchia agenda regalatami ad inizio 2021, e guardandola con compassione mi sono sentito un po’ in colpa per non averla usata.

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