In queste ore si stanno susseguendo vari comunicati da parte dei Comuni, che annunciano una sospensione preventiva delle lezioni in presenza. Non si riparte il 10 gennaio ma il 15. E nella provincia di Crotone parevano tutti d’accordo. Tutti tranne uno: il sindaco del capoluogo.

Poco fa infatti ci è arrivata conferma della tragicomica conclusione della riunione appositamente voluta dal neo-presidente Sergio Ferrari, alla quale hanno partecipato tutti e 27 i sindaci della provincia. In sostanza le belle parole erano condivise da tutti: contenere i focolai, evitare nuovi contagi, insomma limitare i rischi.

Al termine della riunione però l’unico a non voler sentir ragioni pare essere stato proprio Vincenzo Voce. Il sindaco di Crotone ha ascoltato tutto, e quello che gli è entrato da un’orecchio gli è uscito dall’altro. Alla fine, nonostante le richieste esplicite degli altri sindaci, non c’è stato verso: lui non sospende un bel niente. E che gli altri si attacchino.

Ci si troverà quindi in una situazione paradossale: in tutti i comuni della provincia le scuole saranno chiuse, ma gli studenti che frequentano dei plessi che si trovano a Crotone dovranno comunque spostarsi per andare a lezione. Un’esposizione potenziale non indifferente, che però non sembra aver preoccupato più di tanto.

Ora, il tutto succede mentre non si placa la viva polemica campana, con Vincenzo De Luca che ha annunciato di “chiudere tutto” fino a fine gennaio ed il Governo intenzionato ad impugnare l’ordinanza. Più avvedutamente, Roberto Occhiuto ha scaricato il barile sui sindaci: il presidente calabrese si è limitato ad assicurare che “la Regione non si opporrà” ad eventuali sospensioni. Il problema sarà, semmai, il quasi certo ricorso al Tar di qualche cittadino indignato, ma questo è un altro punto che ora non ci interessa.

A questo punto, per quale motivo il sindaco di Crotone non ha assecondato tutti gli altri sindaci? Eccessivo zelo amministrativo? Manifesta vicinanza alla posizione del governo nazionale? Eh no. Il motivo probabilmente è più àra cutrunìsa, e non sarebbe sbagliato pensare che tale atteggiamento sia una mera “ripicca”, una sorta di ritorsione dopo l’esito delle provinciali.

Inizia dunque con un inutile atto da bastian contrario la sbandierata “sinergia istituzionale” professata lo scorso 18 dicembre. Sospendere per altri cinque giorni le lezioni in presenza è una soluzione tampone – e di questo bisogna esserne consapevoli – ma sarebbe stata la scelta giusta, in questo momento, anche a livello popolare.

Sempre che si voglia riguadagnare un po’ la fiducia persa, ovviamente.

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