Non vorrei essere nelle panni di un russo che vive in Italia, in questi giorni. Devono essere giorni infiniti, pesanti, anche un po’ ingiusti: l’invasione dell’Ucraina ha riportato in Europa un’ondata di russofobia che non si vedeva da tempo, e che sta degenerando in maniera ingiustificata. Abbiamo rapidamente bollato i russi come i cattivi della vicenda, facendoci però finire dentro anche tanta gente che non centra niente.
L’obiettivo delle sanzioni in fondo è piuttosto chiaro: l’idea è quella di creare del malcontento contro Putin, avallando così l’idea di un possibile moto popolare o di una crescente pressione per deporlo. Obiettivo inverosimile ed irrealizzabile, che nel frattempo colpisce direttamente gli abitanti della Federazione Russa. Ed il peggio deve ancora arrivare, anche per loro.
Per comprendere il livello di fobia al quale siamo giunti, basta vedere quanto successo in queste ore: un’università ha bloccato un corso su Dostoevskij per “evitare polemiche”. Chi avrebbe mai potuto muovere polemiche nei confronti di un corso universitario riguardante un così noto scritto del passato recente? Mistero. Al punto che il corsista si è infuriato e l’università ha fatto un passo indietro. Ma il danno ormai è fatto.
Questa probabilmente è la classica goccia che fa traboccare il vaso, ma l’andazzo si era già visto nei giorni scorsi, con le continue esclusioni degli atleti russi e bielorussi da qualsiasi competizione sportiva. E poi con l’epurazione dei maestri e dei tenori della Scala, rei di “non aver preso le distanze” da Putin. Ma anche chi si schiera contro la guerra o contro Putin finisce ugualmente nella lista.
Ad una settimana dall’inizio delle operazioni militari – che sono da condannare senza se e senza ma – il quadro si complica, e fallita l’idea di una guerra-lampo si sta predisponendo uno scenario siriano, o libico se preferite. Una polveriera. I negoziati non sembrano produrre nulla, ed i milioni di profughi ucraini continuano a lasciare in massa il paese. Le velate minacce nucleari stanno lasciando il passo a tiepide aperture, ma se nulla cambierà nell’immediato continueremo ad assistere solo ad una stretta nei confronti dei russi.
Cosa produrrà questa stretta? Il malcontento verso Putin, o un risentimento ancora più forte verso l’occidente? La risposta potrebbe non essere così scontata.
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