Negli ultimi due giorni ne abbiamo sentite e lette di tutti i colori. Prima l’annuncio, drammatico, della possibile sospensione dei festeggiamenti in caso di allerta arancione. Allerta che poi si è concretizzata, portando alla chiusura della fiera e delle giostre ed alla sospensione del pellegrinaggio.

In tarda mattinata, però, è stato annunciato un ridimensionamento dell’allerta, scesa a gialla, e dunque il Comune si è subito prodigato a revocare la chiusura della fiera e delle giostre. I commercianti (molti dei quali sono rimasti ed hanno aperto regolarmente questa mattina, nonostante le ordinanze consegnate ieri sera dalla Polizia Locale) hanno aperto nonostante la pioggia battente, mentre per le giostre si prospetta una serata di magra.

A superarsi però è l’arcidiocesi, che in uno stile prettamente ecclesiastico riesce a contraddirsi nel giro di poche ore. Prima annuncia che in caso di allerta gialla la processione si fermerà al Cimitero, poi ci ripensa e, nonostante l’allerta gialla, annuncia che il pellegrinaggio si svolgerà fino a Capo Colonna.

Cosa è cambiato rispetto a ieri? Com’è possibile che il centro operativo riunitosi ieri abbia deciso di evitare il pellegrinaggio completo, mentre quello di oggi ha preso la decisione opposta?

Certo, le previsioni metereologiche sono più affidabili nel breve termine. È però evidente la disorganizzazione pratica in momenti in cui sarebbe necessario prendere una decisione e basta, senza assecondare istinti social.

Ad ora, dunque, il pellegrinaggio con i fedeli a seguito è posticipato alle 5 di domattina. Si prevede di arrivare fino a Capo Colonna, celebrare messa e poi tornare in serata, con tanto di fuochi pirotecnici. Tutto come se nulla fosse.

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