A proposito di sanità, rimaniamo sul tema visto che (guardacaso) in questi giorni che si parla della fine del commissariamento iniziano a spuntare dei progettini a sostegno di alcune Asp. In questo caso parlo del progetto Caring Nurse, avviato in via sperimentale a Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria, che prevede la presenza fissa di alcuni infermieri che… non faranno gli infermieri, ma saranno bensì impiegati nel fornire informazioni ai parenti dei pazienti nei vari pronto soccorso dei suddetti ospedali.
L’idea è nobile, e serve a contrastare quel senso di frustrazione di chi attende per ora un responso per dei familiari. C’è però da chiedersi se era necessario destinare degli infermieri ad un ruolo comunicativo, visto che la stessa figura sanitaria scarseggia negli ospedali. La rimostranza è stata avanzata da molti, perchè potrebbe celare un trucchetto che serve – almeno sulla carta – ad aumentare il numero di infermieri in servizio. Cosa della quale, francamente, dubito.
Certo, è sempre meglio avere del personale preparato, formato e pronto ad intervenire all’evenienza. Ma a questo punto si sarebbe potuto scegliere anche altro personale, in forza all’Asp ad esempio, visto che si tratta (come specificato) di attività meramente informative. Perchè impiegare proprio gli infermieri e non (come scrivono in tanti) i TIS? Mistero.
Il progetto è stato comunque accolto con entusiasmo sia dall’Ordine degli Infermieri che dalle rispettive aziende ospedaliere, quindi non dovremmo preoccuparcene più di tanto. Resta però il dubbio per un progetto del genere in una Regione dove il personale medico scarseggia e le Asp fanno fatica ad integrare infermieri ed Oss.
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