In queste ore sta girando l’insolita immagine di un politico che si è presentato per una diretta televisiva con una croce nera sulla fronte. Si tratta di Marco Rubio, sottosegretario di stato americano di origine latinoamericana, di fede cattolica. Un distinguo necessario per capire che non si tratta di uno scherzo di carnevale, ma di una pratica religiosa collegata al mercoledì delle ceneri.
Una scelta di cattivo gusto quella di Rubio, non tanto per il volgare tentativo di spettacolarizzare il proprio credo ma proprio inadatta al ruolo istituzionale ricoperto. Anche se, va detto, non è che al momento gli Stati Uniti brillino per modestia e compostezza. Questa è forse la sceneggiata meno grave delle altre, che però contribuisce alla creazione di un immaginario religioso pur diverso da quello maggioritario negli states (dove i cattolici sono una minoranza).
Ben più gravi, però, le parole pronunciate da Rubio con quella croce in fronte, avendo parlato di “guerra per procura” e sostenendo, di fatto, la visione russa sul conflitto ancora in corso. Argomento che in Italia arriverà domani o nei prossimi giorni, ma che di fatto delinea la convergenza tra Usa e Russia del tutto inedita per quanto concreta.
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