Nel corso degli anni ho conosciuto dei padri di famiglia che, dopo una vita di lavoro e prossimi alla pensione, sono riusciti ad acquistare una barchetta. È un lusso enorme quello della barca, sebbene si viva in una città di mare. Un lusso per pochi. Chi lavora non se la può permettere, e quindi opta per piccole imbarcazioni in vetroresina, o i nuovi gommoni ad alta pressione, dai costi molto più contenuti. E, molto più prosaicamente, ne fa a meno.
Questo preambolo è necessario per commentare la notizia del giorno, circa l’arresto di un noto pubblicitario crotonese, che, assieme alla moglie (sorella di ex assessore comunale e regionale) avrebbe frodato il fisco per 950 mila euro in un periodo compreso tra il 2012 ed il 2021. Chapeau. Il sistema è sempre lo stesso, molto comune in città: bancarotta fraudolenta, non prima di aver trasferito tutti i beni aziendali. Il cosiddetto bruciapaglione.
Parliamo di una società che aveva il sostanziale monopolio nel marketing cittadino, ad esclusione per la cartellonistica esterna. Fino allo scorso anno ha ricevuto incetta di premi e salamalécchi assortiti, ed annovera tra i vari clienti numerose realtà territoriali degne di nota, finanche la Regione Calabria. Insomma, non è il solito “morto di fame” che fa debiti per sopravvivere, ma di una realtà avviata e consolidata, che avrebbe potuto tranquillamente stare in piedi da sola.
Tra le informazioni rese pubbliche dalle fiamme gialle, spiccano l’acquisto di almeno una abitazione (in pieno centro città) e, sopratutto, l’acquisto di uno yatch. Lussi, per l’appunto, che forse neppure un imprenditore così avviato si sarebbe potuto permettere. Una “eccellenza” del territorio, una società che faceva scuola a tutti, onnipresente ad ogni incontro su branding e packaging, sempre alla ricerca di tirocinanti da formare… e che avrebbe dovuto pure gestire la comunicazione dell’Antica Kroton.
Diciamo che si sarebbe potuto anche accontentare di una barchetta, ecco.
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