Oggi mi è capitato di leggere un articolo curioso, sul fatto che il Friuli Venezia Giulia stia copiando la Calabria. Li per lì ci ho riso sopra, poi ho letto l’articolo ed ho continuato a ridere. Perchè secondo l’autore, la regione del nord-est si sarebbe appropriata dei “cavalli di battaglia” della Calabria, dal cibo alla vicinanza tra mare e montagna.
Ora, il Friuli Venezia Giulia (ma anche il Trentino Alto Adige) ci sfracassano con i loro spot da qualche anno a questa parte. Le rispettive film-commission regionali (assieme a quella del Veneto) hanno fatto scuola a quelle di tutte le altre Regioni, compresa quella calabrese, che da tempo tenta di scimmiottare questi spot senza poi riuscire a piazzarli in televisione.
Ma al di là di questo – essendo evidente che la capacità di spesa di questi enti sia decisamente maggiore, mentre in Calabria si riesce solo a ripagare qualche “regista” amico – dovremmo oramai aver chiara una cosa: queste caratteristiche non sono unicità. Ogni regione italiana può vantare buon cibo, belle città e paesaggi naturali mozzafiato. Chi più chi meno, certo, ma lungo l’intera fascia adriatica potrete comunque passare dalla montagna al mare in meno di mezz’ora (d’auto, si intende).
Eche dire della fascia tirrenica? Con i suoi paesaggi collinari, i laghi, i borghi. Ogni regione ha i suoi cavalli di battaglia, ed è difficile parlare di “plagio”. Il punto sta tutto qui, nella regionalizzazione della geografia. Un concetto utile per finalità di marketing, ma del tutto fuorviante: basti vedere la recente pubblicità di Riccione, dove il mare passa in secondo piano rispetto alle discoteche. Il tentativo di assicurarsi un po’ del turismo interno si scontra con la realtà, che ancora oggi non accetta e non contempla il fatto che un trekking nella natura puoi farlo sostanzialmente ovunque.
Purtroppo la si prende come una competizione, essendo la finalità del marketing territoriale quella di produrre risultati in termini di numeri, in primis sull’aumento delle presenze, che vuol dire tutto e niente: in Calabria abbiamo registrato un +35% di presenze, e sono più calabresi di ritorno dall’estero che turisti. Ma guai a puntualizzarlo.
Questa guerra degli spot, oltre ad essere ridicola, è deleteria. Si investe un sacco di denaro (spesso pubblico) in filmini di qualche minuto, nel quale si cerca di spremere l’essenza di un territorio al minimo indispensabile. E di fatti il minimo indispensabile di ogni regione italiana è territorio, ambiente, enogastronomia, paesaggio… tanto denaro buttato in filmini sostanzialmente uguali, dove cambia solo il nome della regione di riferimento, ed al massimo il volto noto che la sponsorizza.
E l’unica consolazione è quella di poter dire che qualcuno ci ha “copiato”.
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