Ieri pomeriggio era stata diffusa una nota della Regione Calabria, che annunciava la costituzione in qualità di parte civile nell’ambito del processo sul naufragio di Cutro. Una notizia degna di nota, proprio perchè il riferimento era a quel troncone del processo dedicato ai ritardi nei soccorsi da parte delle autorità italiane, che, com’è noto, quella sera non uscirono in mare per soccorrere l’imbarcazione in difficoltà. Di fatto, la Regione sarebbe stato il primo ente a costituirsi parte civile in quel processo, precedendo anche la Provincia ed il Comune di Crotone, che pure avrebbero avuto altro tempo a disposizione.
Ma ecco, sarebbe. Perchè a distanza di poche ore qualcuno deve aver “tirato le orecchie” quantomeno al governatore Occhiuto, al punto che ieri sera, a distanza di appena sei ore dall’annuncio, la stessa Regione Calabria ha annunciato che ritirerà la richiesta di costituzione nel processo a carico delle forze dell’ordine, e manterrà solo quella nel processo a carico degli scafisti: processo che è già largamente concluso. Di fatto, è lo stesso ente a precisare che “da successivi approfondimenti abbiamo invece appreso che questo secondo troncone del processo vede indagati esclusivamente quattro agenti della Guardia di finanza e due militari della Capitaneria di porto“, non bastando, evidentemente, il notevole risalto della questione fornito dalla stampa locale.
A parte questo, è grave il distinguo messo nero su bianco sempre dall’ente. Che afferma di voler ritirare la costituzione “per la grande considerazione e per il rispetto che nutriamo nei confronti di chi indossa una divisa e quotidianamente lavora per garantire la sicurezza nel nostro Paese“, come se ciò esautorasse gli stessi soggetti dalla grave negligenza compiuta. Ed è ancor più grave che si riconosca come unico responsabile lo scafista, perchè così facendo, di fatto, si nega la responsabilità sul mancato soccorso. Il tutto viene chiosato a fine comunicato, con la canonica formula “La giustizia faccia normalmente il suo corso e vengano accertate le eventuali responsabilità“.
Della serie: a noi che c’è frega? Si è tanto parlato di questo naufragio, e proprio in queste ore stiamo ricominciando a contare i morti in mare.
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