Dopo l’imposizione di Meta Ai, arriva il marketing. Oggi abbiamo avuto conferma di un rumor che circolava da tempo, quanto meno dalla costosa acquisizione di WhatsApp da parte di Meta, e cioè dell’arrivo delle pubblicità nell’app di messaggistica più usata al mondo. D’altra parte, quando spendi 17 miliardi di dollari per acquistare un’app gratuita, i conti devi esserteli fatti bene.
Per molti questi annunci non rappresentano nulla, per me sono soffocanti. La mia rete di amicizie è in mano ad una società che controlla anche i sistemi che gestiscono i messaggi che mi scambio con chiunque. La stessa società sapeva il mio numero di telefono prima ancora che lo inserissi, perchè sapete com’è, se usi WhatsApp accetti i suoi termini, e tra questi ci deve necessariamente essere il numero di telefono: altrimenti come lo usi?
E non gli basta. Vogliono sapere dove vivi. Dove vai. Dove ti sposti. Vogliono accedere alla tua rubrica, al tuo calendario, ai tuoi file sullo smartphone, alle note che salvi. Tutto ufficialmente per aiutarti a gestire meglio le tue cose, ma come sappiamo da tempo il fine è un altro, ed è il controllo. Totale. Una vera e propria dipendenza.
È diventato impossibile usare Windows 11 senza creare un account Microsoft. Puoi anche utilizzare una mail esterna, ma l’account lo devi avere, altrimenti non accedi al sistema operativo e non usi nulla. E poi, una volta che accedi, è tutta una sfilza di “offerte” per acquistare questo o quel servizio: tutto quello che prima era gratuito ed incluso adesso lo devi acquistare, ed attenzione, in abbonamento. Ciò vuol dire che un programma non sarà mai tuo, ed ogni mese/anno dovrai pagare la tua quota per usarlo.
Stando ad altri rumors, il prossimo passo su Windows saranno – guarda caso – le pubblicità. Il famoso menù Start conterrà annunci personalizzati in base alla propria cronologia, alla località di utilizzo e così via dicendo. E non ti potrai opporre: come per Whatsapp, sarà il “prezzo” da pagare per usare questi strumenti. Anche se avevano promesso di non arrivare a tanto.
Quanto sia assurda e distopica questa cosa, dovrebbe essere evidente. Ma non genererà alcuna ondata di sdegno, se non qualche post piccato come questo. Alla fine la verità è che ne siamo tutti dipendenti, ed anche io, per motivi lavorativi, un Windows 11 devo tenermelo. Mentre per il resto, è ora di dire basta, pur con un notevole scotto da pagare: quello di essere tagliato fuori dal mondo, molto più di quanto già non sia.
Lascia un commento Annulla risposta