A proposito di pesantezze da rientro: la curiosità del giorno è forse la notizia (l’ennesima notizia) circa una nuova “star” del web, che ci spiega come fa a guadagnare 50 mila euro all’anno grazie al porno. In realtà a leggere l’articolo si capisce che oltre alla pornografia c’è anche la prostituzione, ma non è questo l’aspetto che mi interessa della notizia.
Ciò che ha attirato la mia attenzione è la cifra guadagnata in un anno: 50 mila euro. È una cifra considerevole, che pochi lavori possono garantire al giorno d’oggi. Neppure un dipendente statale può “ambire” a tanto, e spesso ci si ferma attorno ai 30 mila. Ma non è neppure questa grande cifra, ed anzi è piuttosto modesta se si parla di “mettersi in proprio”.
Sicuramente non lo è per una ventenne che tra le opzioni lavorative può ambire a ben poche attività (cassiera, commessa, operaia?), e non lo è neppure per chi, come me, quadagnano un quinto di quella cifra in un anno. E se da una parte c’è tutta la mia ammirazione per una giovane emancipata, dall’altra mi chiedo se il Chinotto Tour possa essere l’ambizione di una vita.
Forse si. Anzi, sicuramente si: e quanti esempi potremmo snocciolare! Ma mi chiedo al contempo se ne valga la pena. Non specializzarsi in nulla. Non saper fare nulla di particolare. Non avere competenze specifiche. Rinunciare ad un’istruzione, ad una formazione professionale. Niente di niente. Per campare basta il sesso.
Un’ambizione pericolosa e sempre più diffusa, in un mondo intappolato in ossessioni adolescenziali.
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