Ho finalmente avuto un po’ di tempo da dedicare allo studio del nuovo Piano Comunale Spiagge redatto dal Comune di Crotone, per il quale è ancora possibile inviare osservazioni e rettifiche. Cosa che non escludo di fare dopo un ulteriore revisione delle varie tavole, che ho comunque trovato, nel complesso, ragionevoli.
Di fatto, il nuovo piano è tutto fuorchè nuovo. Ci troviamo di fronte ad una cristallizzazione dello stato delle cose, dove viene messo nero su bianco la stato dell’arte della costa rientrante sotto la gestione comunale. Perchè è vero, parliamo di oltre 30 chilometri di linea di costa, parte dei quali interdetti alla balneazione (si pensi all’area Sin o a quella portuale) o difficilmente fruibili (si pensi alle falesie di Capo Colonna).
Ci sono vari aspetti positivi, a mio avviso. Primo tra tutti, la conferma che non saranno date nuove concessioni a lidi/strutture balneari nella spiaggia urbana, dove addirittura insisterebbero due concessioni ora a rischio. Viene inoltre ribadita la necessità di avere una spiaggia più accessibile che permetta una facile fruizione da parte di tutti, e posto un accento sull’incentivazione di sport estivi ed acquatici.
Fin qui tutto bene, salvo il fatto che il documento resta un auspicio scritto. Chiunque di noi sarebbe d’accordo con l’affermazione che la spiaggia libera deve essere più fruibile per tutti, ma non è ben chiaro come. Crotone è una città dalle abitudini malsane, dove due fratelli che vanno a mare prendono due auto per spostarsi nello stesso punto: come si concilia tutto ciò con l’accessibilità?
Uno degli aspetti non affrontati dal piano spiaggia, a mio avviso, è proprio quello della mobilità. Per quanto i crotonesi siano restii a prendere i mezzi pubblici (al punto da rischiare una multa parcheggiando in modo selvaggio), è altrettanto innegabile che non ci sono abbastanza parcheggi nel tratto urbano di lungomare, che d’estate è invivibile.
Oltre al traffico c’è poi la questione della sporcizia, lasciata da un senso di inciviltà duro a morire. Un altro aspetto ignorato è quello dell’igiene urbana, che non riguarda solo la pulizia della spiaggia (sapete che i trattori non si potrebbero più usare?) ma anche di tutto il lungomare, sporco praticamente tutto il giorno.
Ecco, questi sono due aspetti non contemplati dal piano, e che forse dovrebbero essere presi in considerazione maggiormente. Non si può ipotizzare un turismo sportivo o ricreativo senza questi elementi, almeno per quanto riguarda l’area urbana dell’arenile. Nei prossimi giorni inizieremo a leggere le prese di posizione, e vedremo se varrà la pena presentare delle osservazioni o meno.
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