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Pánta rêi

La quiete dopo il temporale (foto via Il Cirotano)

Tra tutte le date che dividono i Crotonesi, ce n’é una che li può solo unire: il 14 Ottobre. Sono passati 19 anni dall’alluvione che ha causato 6 vittime (alle quali è stato dedicato un piazzale), e che ha cambiato molto non solo l’aspetto della città, ma anche il rapporto tra i suoi abitanti. Interi quartieri vennero allagati, in alcune zone l’acqua superò i 4 metri di altezza, tutti i ponti furono danneggiati, alcuni distrutti e cancellati per sempre. Non fù colpita solo la città di Crotone, ma anche diversi paesi e località del circondario.

Non tutti hanno delle immagini nitide di quei giorni, sopratutto i più giovani e coloro che non la vissero. Per questo, mi fa piacere segnalare questa galleria (pubblicata l’anno scorso, ma trovata solo in questi giorni) con molte foto che rendono l’idea di ciò che accadde (e mostrano diversi ponti che andarono distrutti). Ci sono anche diversi video su Youtube, ma le immagini sono brevi e frammentate. Sono comunque al lavoro per trovare più materiale possibile, entro l’anno prossimo.

Io ero qui, all’altezza della scuola Ernesto Codignola. Non ricordo poi molto nemmeno io. Mio Nonno venne a prendermi a scuola, e mi portò sulle spalle fino a casa, al sicuro. Ricordo perfettamente che non era allarmato, e l’acqua, i fiumi d’acqua scuri e piuttosto alti (fino al polpaccio), che scendeva rapida da tutte le traverse di Via Libertà. Ci ritrovammo a casa ad aspettare, ricevendo le prime notizie di dispersi, di sfollati, di danni, fino alla notizia dei crolli. Il terrore dell’isolamento, e di una bomba d’acqua più grande e devastante, e nel frattempo le telefonate per sapere se tutti stavano bene.

Andò così, quella giornata. Il fango rimase in strada per giorni, così come la paura, l’angoscia. I danni furono ingenti. La città si riprese lentamente dal colpo, e ancora oggi la ferita è fresca, anche se sembra che non gli si dia poi così tanta importanza. L’Esaro non è stato ancora messo del tutto in sicurezza, i lavori continuano tutt’oggi, nè viene pulito a dovere, anche se si perde tempo con progetti su piste pedonali e ciclabili a bordo fiume (sui lastricati di cemento).

Gli errori furono tanti, e continuano ad essere tali. Si possono riassumere in una sola parola: sottovalutazione. Da parte dei cittadini, certo, ma anche da parte delle istituzioni.

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