In questi giorni sta circolando molto la notizia dell’imminente chiusura della base per l’elisoccorso di Crotone. Una notizia che sta facendo infuriare (giustamente) la popolazione, ed ha scaturito i più variegati commenti di tutta la classe politica locale. A voler essere precisi, l’intero DCA presentato da Scura è stato criticato dalla Regione e dalle singole Province, in quanto è accusato di far tornare i conti a scapito dei malati e dei bisognosi.
Parliamo del Decreto del Commissario ad Acta 30/2016, che decreta di: “approvare il documento di riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete dell’emergenza-urgenza e delle reti tempo-dipendenti, che si allega quale parte integrante del presente provvedimento, a modifica e integrazione del DCA n. 9 del 2/04/2015, successivamente integrato dal DCA n. 38 del 14/05/2015;“, che rimanda a sua volta al cosiddetto documento di riorganizzazione della rete ospedaliera approvato a fine Marzo.
La risposta breve? Non è detto. In nessun documento si parla della soppressione dell’elisoccorso di Crotone, mentre sembra essere certo che entro il 31 Luglio le basi operative passeranno da 4 a 3. Ma, visto che ci siamo, togliamoci qualche dubbio.
Innanzitutto, la base. A Crotone non c’è nessuna base per l’elisoccorso. La base di cui si parla è quella di Cirò Marina, ed oltre a questa le altre si trovano a Cosenza, a Lamezia e a Locri, per un totale di 4 basi. Sono gestite dal SUEM-118, e sono dotate di 4 elicotteri Pegaso, uno per base. La base di Lamezia Terme, che ha sede nell’aeroporto, è sempre attiva (24/7), mentre le altre tre sono operative per 12 ore al giorno. In questo modo, si ottiene una copertura completa della regione, a qualunque orario.
Il decreto del commissario Scura, da diversi mesi sempre nell’occhio del ciclone, è stato attaccato duramente non solo dalla Regione Calabria, ma anche dalle singole Province. Una su tutte quella di Vibo, che di fatto subisce il più alto numero di tagli e interventi. Nel DCA 38/2015 sopracitato infatti sono elencate tutte le modifiche alle assegnazioni dei posti letto negli ospedali (pubblici e privati), ma anche il numero del personale, il ridimensionamento degli uffici, e le “retrocessioni” a guardie mediche. Cifre che hanno fatto innervosire lo stesso Mario Oliverio, che si è apertamente dichiarato contrario all’attuazione del piano.
Nello specifico, nel documento sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, a proposito di elisoccorso, è scritto che in un ottica di razionalizzazione e centralizzazione si cambierà: “l’assetto regionale delle basi di Elisoccorso. In particolare, sulla base dei parametri nazionali presenti in letteratura, e delle indicazioni contenute nel Regolamento nazionale sugli standard ospedalieri, si prevede una riduzione delle basi operative HEMS da 4 (attuali) a 3 con la presenza di n. 1 eliambulanza h 24 e 2 h 12 di cui almeno 1 in configurazione SAR;” In nessuna parte del discorso è scritto esplicitamente che a chiudere sarà la base operativa di Cirò, dunque.
Da dove nasce allora questa presunta certezza? Dalla dichiarazione del consigliere regionale Michelangelo Mirabello, che il 7 Aprile scorso ha tenuto una conferenza stampa ripresa da tutti i quotidiani locali (che hanno copia-incollato lo stesso comunicato, niente di più), dove ha spiegato che, secondo lui, chiuderà sicuramente la base del Crotonese, dato che Locri servirebbe a sud, Lamezia servirebbe al centro e Cosenza servirebe al nord. Una dichiarazione del tutto personale, che può tuttavia essere plausibile, ma che non rappresenta ancora una certezza.
A dare la prima calmata è stato il nostro fidato pungiglione, che nel TG quotidiano di TeleDiogene del 9 Aprile scorso ha ricordato ai suoi amici giornalisti che questi allarmismi fanno più male che bene, dato che in nessun foglio sta scritto chiaramente, come passano i vari comunicati, che sia proprio la base di Cirò a chiudere. E’ probabilmente la prima persona ad aver letto il documento. Oggi poi, la Provincia rilancia, parlando di una dichiarazione di Gaspare Muraca (primario del 118) che sempre a TeleDiogene avrebbe detto che la perdita dell’elisoccorso è in realtà “una questione di poco conto“. Dichiarazione ridotta, dal giornalista, ad una puttanata.
La locazione delle 4 basi per l’elisoccorso vennero decise durante la presidenza di Agazio Loiero. La posizione è considerata strategica, dato che in questo modo possono coprire l’intera area della Regione, senza andare in contro ad ostacoli come i monti della Sila. Le due basi “minori” sono quella di Cirò Marina e quella di Locri, e di fatto, da un punto di vista numerico, hanno la stessa possibilità di essere chiuse. A ben vedere è un 50/50: dato che Cosenza può coprire l’intera area Nord della Regione, anche Lamezia potrebbe fare lo stesso con l’area Sud. A questo punto, non si dividerebbe più la regione come Nord-Centro-Sud, bensì come Nord-Est-Sud, ognuna con la propria area di competenza, rispettandone anche la forma naturale.
Come se ciò non bastasse, c’è da aggiungere che ancora non è detto che il DCA venga approvato e/o rispettato. Il commissariamento sanitario infatti è stato ritenuto a più ragioni inadatto e inadeguato, colpevole di errori grossolani e di misure scorrette. Anche in questo caso, la norma è accusata di essere ragioneristica, ossia eccessivamente pignola e pedante, e nello specifico troppo attaccata alle cifre e alle medie numeriche, e dunque inadatta per una regione come la Calabria. Già a metà Marzo era guerra aperta tra Oliverio e Scura, con il primo che ha minacciato di bloccare tutti i decreti attuati dal secondo. E non è detto che si trattenga.
Quindi, stanno per chiudere il servizio di elisoccorso dalla base di Cirò Marina? Non è detto. Certo è che non è scritto da nessuna parte, se non sui giornali. D’altra parte, ci conviene sperare che non verrà chiusa nessuna delle 4 basi, dato che l’elisoccorso è un servizio che salva ogni anno centinaia e centinaia di vite. E’ un servizio che potremmo definire essenziale, in un territorio come la Calabria, prevalentemente collinare e montuoso, ma anche affetto da altre gravi carenze croniche, come il dissesto stradale, che già rende difficile il transito alle normali autovetture, figuriamoci ad una ambulanza.
Insomma… Malà, ni vò sanità?