Ho sempre seguito con molta attenzione i vari talkshow politici, sopratutto negli ultimi anni, da quando ho iniziato ad essere più attivo sotto questo campo. E, devo ammetterlo, ho sempre pensato che il dibattito servisse.

Stasera ho capito che mi sbagliavo. E di grosso.

Avere una serie di politici che si gridano l’uno sull’altro, o che a turno, nei loro democratici 2 minuti a testa, si autoelogiando per poi sminuirsi tra di loro, beh, é un gioco che non vale la pena seguire. Tempo perso.

E, devo darle atto, ad illuminarmi é stata la Biancofiore. Eggià, proprio lei. Perché?

Dopo un’ottima puntata di Report, non avendo ancora sonno, parto con un deciso zapping. Fiction, programmi “comici” come Colorado o Made in Sud (con il suo simpaticissimo “terronometro“)… nulla di interessante… pensavo di saltare direttamente su Rai Storia, ma di sfuggita leggo Piazza Pulita. Ed eccomi lì.

Ecco, guardando la figura della Biancofiore, il suo atteggiamento, il suo scuotere la testa a priori… fin lì tutto bene, già visto, già assimilato. Ma l’assidua posizione pro-Silvio é veramente sconcertante. Il mantra dell’uomo buono, caritatevole, saggio, che può farsi qualunque donna voglia perché ci sa fare. Patetico.

Non sono un anti-Silvio, o per lo meno non lo sono come tanta altra gente, che basa ogni discorso e problema alla sua figura.

Sono però una persona dotata di senso critico, di memoria, di cognizione di causa. E stasera il paragone é stato lampante.

Come detto sopra, avevo appena finito di gustarmi Report, una trasmissione seria, che se succede una cosa sei sicuro che l’informazione é corretta. Un lavoro esemplare, ammirabile. E non lo dico per ingraziarmi nessuno, é una cosa constatabile da tutti. E si vede, non solo per come vengono trattati gli argomenti, ma anche da come si pongono gli intervistati. Alla richiesta specifica, in molti non accettano l’intervista. Ad una domanda precisa non si scappa. Si può far finta di non sentirla.

Nei talkshow invece, tutto fa brodo. Come il nome stesso ci dice, sono spettacoli di parole. E nient’altro. Se si parla di indagini, di carte di tribunale, di intercettazioni e cose così, beh, se non ti piace puoi sempre gridare finché non scadono i tuoi democratici minuti, o finché qualcuno non ti grida sopra. O semplicemente finché non si deve cambiare tema, perché non c’é tempo.

E il tempo che si perde a gridarsi addosso senza discutere seriamente, ormai non si conta più.

Questi talkshow sono degli strumenti di disinformazione. Le solite tematiche, pressoché legate a Berlusconi, trite e ritrite. All’infinito. Così che tutti ripeteranno “aveva il vizietto, ma é stato un grande statista“. Un po come si fa ancora oggi con un altra figura.

Mentre si sta lì a vedere chi grida di più, chi la spara più grossa o cose del genere, i malecrimini vanno avanti. Senza fare casini. Frodi, inganni, raggiri, interessi… tutto a spese nostre, che assistiamo ai talkshow solo per vedere che dice qualche bocca larga. E le chiacchiere diventano cose serie, e le cose serie diventano chiacchiere.

Una ennesima egemonia culturale, in salsa decisamente trash. La Biancofiore potrà gridare quanto vuole le sue verità sulla vita sessuale del suo leader, il punto é che non dovremmo ascoltarla. Non dovremmo dare tutto questo peso solo a questo argomento.

Perché così si toglie luce e interesse a tutto il resto. E non é poco.

4 risposte a “L’inutile circo dei talkshow”

  1. […] mia idea su questi format non è cambiata, anzi, si è rafforzata. Mi dispiace vedere tanta affluenza […]

  2. […] vero, ci colpano gli invitati che sono quasi sempre dei maleducati, ma questo riduce il tutto al solito circo che non porta da nessuna […]

  3. […] rispetti, sono circa 3 ore di grida, schiamazzi, insulti, e difese ferree di quello che si dice. Un circo che, di fatto, non è molto utile alla selezione del candidato, ma tanto più alla sua esclusione. […]

  4. […] mia idea su questi format non è cambiata, anzi, si è rafforzata. Mi dispiace vedere tanta affluenza […]

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