Questa settimana mi è capitato sotto gli occhi un vecchio post della rubrica Consigli di Internazionale, ripreso da alcuni gruppi di giornalisti che cercavano di rispondere ai tanti neofiti che si avvicinano a questa professione. L’articolo è ancora nella lista dei miei preferiti, e mi ha sorpreso rileggerlo dopo tanti anni.

Da una parte, mi ha fatto rendere conto del fatto che siano passati più di 10 anni da quando è stato pubblicato. Non posso dire con certezza di averlo letto proprio in quel 2012, ma insomma, giù di lì.

Dall’altra, oggi come oggi mi rivedo perfettamente in quei consigli, ed in un certo senso (ad esclusione dell’utilizzo dei social network) posso dire di averli seguiti, di averli sfruttati, di essermi identificato. Eppure, a distanza di dieci anni, non saprei dire se ne sia valsa la pena.

Certo, leggere e scrivere aiuta a fare i conti con se stessi, a porsi domande ed a cercare risposte. Ad affrontare ed affrontarsi. Ma visti anche i recenti “problemi” con un’ordine evanescente, le difficoltà a trovare lavori (salvo raccomandazioni) ed il generale disinteresse verso i giornalisti, mi chiedo: ha senso?

Oggi il giornalismo assomiglia a qualcosa di assai diverso, molto più polarizzato (si raccontano fatti ed eventi in base a ciò che si pensa, con chiavi di lettura che trascendono gli avvenimenti in se) e dove più che sapere e conoscere è importante riuscire ad identificare i contenuti giusti per i lettori. Non è un caso che i tanti che lavorano come web-editor o content-creator siano inclusi nei reparti del marketing.

Quei consigli, oggi, sono vecchi. Superati. Superflui. Eppure sono incredibilmente attuali per formare non tanto un moderno giornalista, ma più che altro adatti per ogni persona volenterosa a migliorarsi e mettere in gioco le proprie idee.

Leggete, ma non in base ai consigli del settore e del marketing editoriale: leggete quello che vi interessa, ciò che risponde alle domande che vi ponete e ritenete importanti.

Scrivete, ma non in base ai trend di lettura che vi fanno fare più click: scrivete di ciò che vi riguarda, che vi intriga, che vi stuzzica la curiosità, così da rendervi conto mentre digitare della solidità delle vostre idee.

E si, imparate l’inglese, o qualsiasi altra lingua del mondo. Imparate quindi a scoprire quello che leggono e scrivono gli altri, perché non ci sono solo gli italiani li fuori, ma c’è un mondo, letteralmente.

Questo non vi servirà a diventare dei bravi giornalisti. Forse vi servirà nella vita, forse vi servirà nelle conversazioni a cena per snocciolare qualche curiosità. Non lo so, sinceramente, a cosa vi potrebbe servire, oggi come oggi. Ed in futuro, chissà.

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