Ero stato a Reggio Calabria, l’ultima volta, prima del covid. Oramai questa espressione rappresenta il giro di boa tra due periodi storici, al punto che non saprei neppure dire con certezza che anno fosse. So solo che era prima del covid.

Ricordo, al tempo, di averne avuto un’impressione piuttosto negativa. Sporca. Cupa. Trasandata. Non mi importava poi granché di questi aspetti, ma la città – sopratutto le sue vie principali, il corso ed il lungomare – non dava affatto una buona impressione.

Con questa idea ci sono andato nuovamente nei giorni scorsi, e mi sono ricreduto. Sebbene vi siano diversi cantieri in corso d’opera (tra cui uno proprio in Piazza De Nava, completamente bloccata) la città è apparsa sotto una nuova luce.

Sarà forse tutto merito del fatto che ci sono stato fuori stagione. Anche perché lo sappiamo bene, in estate le città calabresi cambiano, e spesso non in meglio. Forse l’immagine che ne avevo era quella di un posto stanco, dopo un intenso via vai di gente per tutti i torridi mesi estivi.

Certe volte, a fare la differenza nella percezione di un luogo, è proprio il periodo in cui lo si visita. Ma vale anche la pena riconoscere che tanto è stato fatto per migliorare l’aspetto di una città capace di attrarre migliaia di persone. Città che merita sempre una visita, di tanto in tanto.

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