Il malcontento popolare è una brutta bestia. Certe volte è un malessere fondato, come quando riguarda servizi debitamente pagati e non riscossi (come la raccolta dei rifiuti), ma nella maggior parte dei casi è solo un dolore di pancia. Una di quelle cose che ti danno fastidio e non sai perché, ma il fastidio te lo vuoi togliere, anche se non è così forte. Cose frivole, che poi passano e te le dimentichi. Ma in quel momento diventano imprescindibili, perché tutto fa brodo.

Nella storia della nostra città di esempi ne abbiamo a bizzeffe. Il più recente è di soli pochi giorni fa, e riguarda un’ordinza comunale incredibilmente sbandierata dai giornali e ripresa dalla popolazione: il divieto assoluto di commercio ambulante! Magari voi non lo sapevate, ma questo sembra essere uno dei più grandi mali della città. Tanto che in molti si sono spesi in standing ovation di cattivo gusto, plausi all’amministrazione e parole. La solita montagna di parole. Come al solito si parla di decoro urbano, valorizzazione delle zone, lotta all’abusivismo. Specchietti per le allodole, che permettono a chi di turno di “sfruttare” la situazione per mettersi in mostra.

Ma perché tanto clamore? Semplicissimo: perché “cacciano i marocchini da sotto i portici e dal lungomare”. In sostanza ti senti dire questo. Mentre una persona dotata di logica sà che gli ambulanti non sono solo gli Indiani e i Marocchini, ma anche i locali che vendono frutta, verdura e pesci agli angoli di strada, a Crotone ci si è dimenticati di questo piccolo particolare, e si intende l’ordinanza come voluta per liberarci da quelle “fastidiose” e “opprimenti” bancarelline di cianfrusaglie. E sembra proprio che l’ordinanza sia stata scritta per scacciare solo questi ultimi.

Come al solito la situazione è paradossale. Partiamo da un assunto: gli ambulanti “extracomunitari” in città sono circa una ventina in tutto. Per lo più Indiani, Pakistani e Bengalesi. E cosa vendono? Le classiche cose-da-bancarella: oggettistica, giocattolini, braccialetti, orecchini, radioline, svegliette, cover per smartphone, qualche volta cinture e borselli, orologi… Una vera minaccia all’economia cittadina, ma sopratutto una terribile minaccia ai commercianti, che vendono… tutt’altra roba. E’ qui che si mette in mostra la paurosa mancanza di argomenti da parte della ConfCommercio di Crotone, che plaude ad un’iniziativa sterile e destinata a fallire anziché farsi un profondo esame di coscienza sui reali motivi della povertà commerciale della città. Motivi dei quali è a conoscenza, e per certi versi complice. Certo, è una presa di posizione, ma si poteva decisamente evitare.

Altrettanto aberrante il discorso di decoro urbano: si vogliono assicurare le migliori condizioni di vivibilità dei luoghi, sopratutto nei periodi con maggiori flussi turistici. Lodevole, ma dove pensate che si piazzi un’ambulante, nei luoghi dove passano più persone o nelle vie secondarie meno affollate? La risposta è abbastanza ovvia, ed è palesata in tutte le città Europee. Si trovano ambulanti sotto alla Torre Eiffel, al Colosseo, a Piazza di Brandeburgo, e qualche volta li ho visti anche sotto al controllatissimo Big Ben. Abusivi e non, per quanto sia difficile da credere.

In secondo luogo, i flussi turistici: magari non è meglio valorizzarli, questi luoghi, pulendoli? Raccogliendo la spazzatura? Collegandoli con gli altri punti forti della città? Segnalandoli? O anche solo istruendo i tanto difesi commercianti a masticare un po’ d’Inglese? Ne ho già parlato decine di volte dei problemi a cui vanno in contro i turisti, e continuano a non esserci progressi. Parliamo di problemi e carenze precise ed tangibili, documentate e rammendate, che però passano sempre in sordina.

E infine, la vivibilità. Che parolone. Il primo problema di vivibilità a Crotone è proprio la convivenza con gli stessi cittadini. Quelli che non raccolgono la cacca dei cani. Quelli che buttano di tutto a terra. Quelli che buttano la spazzatura ovunque. Quelli che si fanno la doccia a mare con bagnoschiuma e shampoo (e se glielo dici ti rispondono pure male). Quelli che urlano a tutte le ore del giorno e della notte. Quelli che parcheggiano male, e che guidano peggio. E chissà quanto potremmo continuare. Tra questi, ci sono anche quelli che vedono le bancarelle degli ambulanti come un problema. Perché tra tutti i problemi strutturali, alla fine, vanno a prendersela con l’unico che non li riguarda direttamente.

A ricordarcelo è la stessa ordinanza del “divieto agli ambulanti”, che contiene anche un limite alla musica: stop all’1 durante la settimana, alle 2 durante il week end. Un’ordinanza molto contestata in passato, quando gli esercenti del lungomare scesero in strada e piazzarono numerosi cartelli inneggianti alla movida, ma che per ora sembra essere stata ben accolta. E’ proprio vero che gli atteggiamenti cambiano con il sindaco. Sempre in questa ordinanza è previsto l’obbligo ai commercianti di ripulire le aree esterne interessate dai consumatori, che spesso si dimenticano di farlo da se. Un’altro paradosso, dato che sono gli stessi cittadini che pretendono e inneggiano alla “vivibilità” e al “turismo”.

Insomma, mentre il discorso si sposta sugli ambulanti, la città continua ad affondare nei soliti problemi, quelli veri, che sono sotto gli occhi di tutti ma non sono nelle discussioni quotidiane degli abitanti. E in fondo, che miglioramenti ci possono essere e ci focalizziamo sulle cazzate e tralasciamo le cose veramente importanti?

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