In questi giorni mi sto dedicando un po’ ad Assassins Creed Odissey, dopo aver completato il capitolo precedente, Origin. E pensare che si trattava di un gioco che, inizialmente, nemmeno mi piaceva: ricordo ancora i lunghi tempi di download per giocare in quel di Gerusalemme, i bug ed i blocchi, la difficoltà di giocarci al computer… insomma, all’inizio non ne ero entusiasta.

Eppure, durante la mia permanenza a Londra, Assassins Creed è diventato il mio personalissimo “gioco della disoccupazione”, ossia il videogame nel quale mi impegno quando non lavoro. A ripensarci, tutto è nato con il terzo capitolo del gioco, pubblicato anche su Wii U, ed in questi giorni mi sono passati per la mente tutti quelle ore passate a giocare, in attesa di una risposta di lavoro.

Oggi le cose non sono cambiate. È cambiata l’ambientazione del gioco, e dall’antico Egitto sono passato all’antica Grecia. Apprezzo sempre di più il titolo, accurato nelle storie e nei dettagli, incredibilmente articolato e vasto. Una meraviglia!

Tra un lavoro e l’altro, vale la pena dedicarsi anche al gioco. Non so quanti nuovi capitoli usciranno per permettermi di superare le disoccupazioni future… per adesso, ci si accontenta.

Una risposta a “Il gioco della disoccupazione”

  1. […] stato un anno bello pieno tra lavoro, casa, amore e affetti, che si conclude comunque con la solita ansia da disoccupazione, e la solita smania che mi divide tra il restare e l’andare nuovamente […]

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