Che è poi un’argomentazione valida in qualsiasi occasione, tanto a livello locale quanto a livello nazionale. Tuttavia, c’è da riflettere: ma davvero in Calabria abbiamo tutte queste espressioni di centro-sinistra?

Il riferimento, ovviamente, è alla conferma delle liste in vista delle elezioni regionali che si terranno tra un mese. I giochi sono conclusi: 4 aspiranti governatori e 21 liste in corsa, con il loro carico umano di desperados, politicanti, entusiasti e così via.

Dei quattro concorrenti allo scranno di presidente, uno è espressione del centro-destra e tre appartengono all’area del centro-sinistra. Alla fine, anche i più ostici al nome di Roberto Occhiuto (leggasi Fratelli d’Italia) hanno ceduto in nome di una solida coalizione, preferendo mettere da parte personalismi. Si corre tutti insieme, ed ora come ora pare scontato che si corra per vincere.

Discorso diverso invece nel centro-sinistra, frammentato ancor prima dei tavoli e dei confronti ufficiali. I tre candidati – Amalia Bruni, Luigi De Magistris e Mario Oliverio – si dicono tutti esponenti che incarnano i veri valori progressisti e moderni, ma al contempo di lanciano frecciatine e si punzecchiano. Non dialogano tra di loro, figuriamoci con la base che vorrebbero rappresentare.

E pensare che una coalizione unita – anche senza la presenza di Oliverio, entrato evidentemente a gamba tesa con il solo intento di fare fallo – avrebbe potuto competere realmente contro il muro della destra. Evidentemente si è preferito non farla, questa coalizione.

I vertici del Pd continuano a rasserenare gli animi, dicendo che va tutto bene e che la sola candidatura della Bruni basta per contrastare il duo Occhiuto-Spirlì. De Magistris afferma di non credere ai sondaggi che lo vedono nettamente distaccato dai due big. Oliverio continua ad inveire contro i vertici del partito a livello nazionale, e prova a fare casino con una sola lista.

Appare dunque un quadro frammentato, a sinistra, che apre inevitabilmente lo spiraglio di un ritorno della destra alla cittadella regionale. Ogni elettore voterà per il suo partito di riferimento – che sia la Lega, Forza Italia o Fratelli d’Italia – e darà comunque il placet ad Occhiuto. Perché a sinistra non si è riuscito a fare una cosa del genere?

Perché l’ala “più a sinistra” (così come si autodefinisce) di De Magistris non ha accettato la coalizione con il Pd? Perché i dem hanno imbarcato liste come gli animalisti ed i verdi, ed hanno accettato il veto degli “alleati-avversari”? L’elettore di centro-sinistra a questo punto sa già che votando finirà per frammentare il voto, a discapito della vittoria.

Meglio tre sconfitti che un vincente? È una logica che dovremmo aver superato. Eppure, salvo un miracolo, abbiamo consegnato di nuovo la regione alla destra.

Non ci resta che vedere come inizia la campagna elettorale, oltre ai manifesti già presenti un po’ ovunque.

Una risposta a “Una destra, tante sinistre”

  1. […] infatti che i sondaggi che continuano ad essere pubblicati danno in vantaggio – come era chiaro sin dall’inizio – la coalizione di Roberto Occhiuto, che, volenti o nolenti, otterà lo scranno che gli era […]

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