Dall’inizio dell’anno ho corso regolarmente per tre volte alla settimana. Non l’avevo mai fatto prima d’ora, men che meno dopo gli episodi di trombosi alla gamba, e nutrivo qualche dubbio sulla mia motivazione e sulla costanza che avrei messo in campo. Ma devo ammettere che, superato il classico scoglio iniziale, la faccenda si è dimostrata più piacevole del previsto.

Non potendo andare in palestra, nè potendo praticare alcuno sport, l’unica alternativa rimasta era questa, in attesa ovviamente della bella stagione per poter tornare a nuotare in mare. I miei timori riguardavano l’affaticamento della gamba, i dolori acuti alle zone colpite da trombosi, e tutte le cose negative lette online. Almeno finché non ho parlato direttamente con altre persone che dopo uno o più episodi di trombosi hanno ripreso a correre regolarmente.

Certo, bisogna partire dall’assunto che non si corre per battere i record di Bolt o di Jacobs. Si corre per tenersi in forma. Per mantenersi al meglio. Meno sprint, ma non meno fatica.

Insomma, pensavo di mollare dopo una, due settimane. Ma seguendo un apposito programma di corsa alternata a camminata devo ammettere di aver scoperto che correre non è poi così male, e devo quindi ricredermi. Perché l’ho sempre ritenuta una fatica inutile, e non ho mai dato credito a tutti gli aspetti positivi indicati ritenendoli meri spot motivazionali.

Dopo due mesi pieni, però, posso dire effettivamente che correre mi sta piacendo, e che non vedo l’ora che arrivi il giorno dell’allenamento per passare un’oretta in spiaggia. L’arrivo delle belle giornate probabilmente mi motiverà ancora di più, sempre prima di andare a mare.

Non è mai troppo tardi per ricredersi, evidentemente. E mi sembrava giusto ammetterlo.

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