Appena qualche giorno fa, nel consueto resoconto di fine anno, rimarcavo la mia convinzione nel voler rimanere a vivere a Crotone nonostante tutto. Una scelta da lungo periodo, alla quale tuttavia affianco sempre delle possibilità di lavore altrove, un pallino che mi è rimasto dai tempi di Londra.

Perché diciamocelo: non è che abbia già l’eta del buen retiro, e per quanto mi piaccia vivere in Calabria mi sento ancora di poter vivere qualche esperienza in un altra città, anche all’estero. Anzi, sopratutto all’estero.

Guardando gli annunci di lavoro, in queste ore si sono riaperte le candidature per un’esperienza lavorativa di un anno negli Stati Uniti. Una di quelle cose che puoi fare fino ad un certo punto della tua vita, consapevole anche del fatto che 12 o 15 mesi cambiano poco o nulla.

E si, lo so: non è il massimo come offerta di lavoro. Che ovviamente è nella ristorazione di un grande parco commerciale ad Orlando, in Florida. Ma, d’altra parte, quando cavolo ci ripassi a stare per un anno in Florida?

Uno stipendio da circa 2 mila dollari al mese, alloggio in un residence-dormitorio dedicato con tanto di abbonamento ai trasporti, assistenza sanitaria (basica) e voli dall’Italia inclusi. Un anno da schiavo, in un certo senso. Ma in fin dei conti è la fotografia della nostra routine quotidiana.

Non ho vergogna nel dire che accetterei volentieri, avendo esperienza lavorativa e conoscenza – certificata – della lingua. Ma per quanto sia dannatamente tentato di candidarmi (che poi non vuol dire essere scelti: chissà quanta altra gente c’è in lista) ciò vorrebbe dire azzerare ogni progresso fatto proprio qui, in Calabria.

Dovrei rinunciare al mio posto nel giornale, ottenuto con così tanta fatica ed impegno. E chi mi riprenderebbe a lavorare dopo? Senza contare poi le relazioni stabili, o il cane (che purtroppo pare non ci si possa portare con se). Un anno è poco e niente in una vita, eppure provoca così tanti cambiamenti…

Il richiamo d’oltreoceano è forte, in me. Pur consapevole che non mi darà nulla, se non una grande esperienza da poter vivere appieno. L’alternativa infatti è rimanere sempre senza nulla, ma con i soliti lavoretti temporanei che trovi in giro per la città.

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