Questo pomeriggio, per le vie di Milano, la polizia ha caricato un gruppo di manifestanti che protestavano contro il remigration summit, il controverso incontro dell’estrema destra in corso a Gallarate (avallato dai locali amministratori in quota Lega). In particolare, qualche decina di manifestanti (sugli oltre mille presenti) avrebbe improvvisamente deviato percorso, indossato dei caschi e lanciato dei fumogeni, dietro ad un grande striscione nero con suscritto Make Europe Antifa Again.
Lo trovo un fatto particolarmente curioso, non tanto per la sua prevedibilità, ma per il contesto. Da una parte si permette un incontro in cui discutere pubblicamente di remigrazione, un concetto di pulizia etnica così chiamato dai suoi stessi sostenitori (si, parlano di “pulizia etnica”). A queste persone viene concesso di riunirsi e di discutere di programmi “politici” sul tema e su come applicarli nei rispettivi paesi di appartenenza.
Ciò nonostante alcuni dei soggetti attesi siano stati bloccati alle frontiere o addirittura espulsi per la loro pericolosità sociale, mentre altri non hanno potuto partecipare in quanto condannati per reati d’odio come la ripetuta negazione dell’olocausto. A tutta questa bella gente viene permesso di riunirsi per discutere su come sia meglio “deportare” (anche queste parole loro) tutti i non-bianchi (sic!) dai confini europei. Addirittura il ministro Piantedosi, in un videomessaggio, ha esortato a “non avere paura di idee forti” come queste.
La polizia ovviamente salvaguarda questi soggetti, e manganella chi li contesta. Certo, lo fa perchè i manifestanti sono sempre quelli dalla parte del torto, che deviano dal percorso prestabilito e fanno casino. Ma c’è una devianza ben più grande in atto in questo periodo storico, ed è una devianza dell’odio, che oramai viene giustificato a livello politico ed istituzionale. Perchè qui non si parla di temi legittimi per quanto spinosi (come la sicurezza dei confini, che serve anche nel caso dell’estremista-brucia-corano), ma di espellere milioni di persone su base etnica.
Capite bene che sono idee bislacche, che fanno ribrezzo e che mai avremmo pensato di risentire. Perchè ci consideriamo occidentali, liberi, superiori, e forse ancora un po’ ariani. E per una curiosità della storia, oggi come ieri difendiamo chi legittima l’odio e la discriminazione, e stigmatizziamo chi ci mette in guardia da questi temi. Perchè anche l’odio è libertà, evidentemente. E dunque rivendichiamo questo diritto.
La speranza è che queste deviazioni su temi così importanti siano solo dei fuochi fatui, temporanei e destinati ad estinguersi. Ma a vedere come va il mondo, con la sistematica repressione di antimilitaristi e pacifisti, la gogna mediatica di attivisti ed ong, e la solita indifferenza nei confronti del mondo che ci circonda… è un terreno fertile per idee di merda, e di merda in giro ce n’è tanta.
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