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Briganteggiando

Il blog di Francesco Placco

Annurco Calabrese

L’Annurco

Francesco Placco

Un piccolo frutto millenario

Una mela al giorno toglie il medico di torno. Un vecchio adagio che conosciamo tutti, dedicato ad un frutto antichissimo che sorprendentemente è riuscito a resistere al passare dei secoli, e che è diventato uno dei più comuni sulle nostre tavole.

La storia della mela e del suo albero, il melo, si perde nell’origine dei tempi. Apparentemente originario dell’Asia centrale, ci sono tracce di questo albero da frutto risalenti addirittura al neolitico. L’alta produttività di frutti e la buona resistenza della pianta ne hanno permesso una rapida diffusione in tutta l’eurasia, ad ogni longitudine e latitudine.

Ma la mela non è un frutto universale, e non si divide solo in base al colore della sua buccia. Non esistono solo le mele rosse, gialle o verdi, ma ben oltre 7000 varietà. Le più conosciute sono generalmente quelle “da supermercato”, come la Pink Lady, la Stark, la Fuji o la Golden, più comunemente suddivise tra mele “croccanti” e non. Ma ne esistono anche molte altre.

Un tipo di mela che si coltiva solo nel Sud Italia, ad esempio, è l’Annùrco. Originario della Campania, precisamente dal comprensorio di Pozzuoli, questo tipo di mela esiste da circa due millenni, tanto da essere addirittura raffigurata in alcuni dipinti ancora oggi visibili a Pompei. Dalla Campania, la coltivazione si è diffusa in Puglia, Basilicata e Calabria, dove ancora oggi resistono alcuni frutteti.

Il frutto si divide a sua volta in due varietà: la sargente, di colore giallo-verde e dal sapore più acido, e la caporale, da colore rossastro e dal sapore più dolce. Ovviamente, la seconda varietà è quella più diffusa. Nel 2006 il frutto ha ottenuto la classificazione IGP, ma ad oggi, al di fuori della Campania, è molto poco conosciuto.

Se state pensando che stia parlando della mela selvatica, vi sbagliate. Annùrco e Pòmo sono due frutti diversi! Mentre il pòmo è una varietà di mela selvatica che ritroviamo lungo tutta Italia (ce ne sono diverse infatti, ma questa è una delle poche buone da mangiare), l’annùrco viene appositamente coltivato da frutteto, e prevede le sue fasi di raccolta e arrossamento. Viene detto “melo antico”, anche se ovviamente non è il più vecchio in circolazione.

In Calabria, dove viene spesso chiamato annùrzo, è coltivato principalmente nell’alto Cosentino, anche se si registrano coltivazioni piuttosto moderate in tutta la regione. E’ difficile da trovare in commercio, anche perché a differenza della mela (che ormai è destagionalizzata, quindi viene prodotta nel corso di tutto l’anno) le coltivazioni locali seguono i ritmi stagionali: questo vuol dire che il frutto matura (generalmente) a marzo e a settembre.

Il prezzo di vendita è piuttosto basso (intorno ad 1€/kg), inferiore a quello delle mele “comuni” anche per via del fatto che viene oramai associato ad un uso secondario: non viene comprato quindi per essere mangiato così com’è, ma per essere utilizzato per farci liquori, dolci e puree. La polpa del frutto non è croccante ma molto morbida e semolosa, e si baca con molta facilità. Il frutto, inoltre, è di piccole dimensioni.

Così come il piretto, anche l’annùrco è un frutto decisamente comune ma poco conosciuto. Sempre meno persone infatti sono a conoscenza di questa varietà di mela tipicamente nostrana, che nonstante il riconoscimento e la coltivazione diffusa non riesce a trovare lo spazio che merita sulle nostre tavole, sorpassato dalle varietà “cugine” più famose.

Se vi capita di intravederlo, specialmente al mercato, non abbiate paura di provarlo.

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Categorie:

Natura

Etichette:

Frutti

Pubblicato il:

10 Marzo 2017

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Una risposta a “L’Annurco”

  1. Nà cucuzzàta
    Aprile 11, 2019 at 11:34 am

    […] ottenuto il monopolio delle nostre campagne (è sempre più difficile trovare cose come l’annurco, il piretto, o anche la cicérchia), diverso è il discorso per quanto riguarda la cucina: alcune […]

    Rispondi

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