Nella foga della campagna elettorale striminzita in vista delle regionali, mi è tornata sotto gli occhi una cosa che non leggevo da un po’: alcuni consiglieri regionali uscenti hanno ripreso a definirsi “onorevoli”, con tanto di nome su volantini, pagine facebook e nei comunicati stampa. Una sorta di autocelebrazione, un modo per dare un tocco altisonante al proprio nome, che tuttavia, per quanto tollerata e diffusa, non è affatto prevista.

Per essere più chiari e precisi possibili: il titolo di “onorevole” non è previsto per nessuna carica politica. Storicamente, il suo utilizzo viene fatto risalire alle sedute della Camera Subalpina, dove gli eletti erano soliti appellarsi con questo titolo, finito poi de facto nel cerimoniere politico nazionale. Successivamente il titolo venne abolito, precisamente con il Foglio d’Ordini 1177 del 04/03/1939, in quanto i politici di rango nazionale non dovevano essere chiamati “onorevoli” bensì “consiglieri nazionali“.

Tuttavia, specialmente a cavallo degli anni ’60 e ’70, il termine “onorevole” iniziò a tornare di moda, molto spesso anche grazie al lavoro dei media e della stampa che appellavano, senza alcun diritto, questo o quel deputato o senatore. Finì così che, nel corso degli anni, il titolo si propagò a qualsiasi carica pubblica di tipo elettivo, finanche ai consiglieri regionali, notoriamente rei di usare l’appellativo a sproposito.

Nel 2015 venne presentata una proposta di legge dal titolo emblematico: Abolizione del titolo di “onorevole”. La proposta di legge ovviamente non passò, in quanto non esiste alcuna legge che imponga questo titolo, ed ovviamente non si possono abolire delle leggi che non esistono.

Nonostante ciò, i soggettoni che continuano a definirsi “onorevoli” sono tanti, e spuntano come funghi in questi giorni, in vista della prossima domenica elettorale. Un’ego smisurato? Troppa fiducia in se stessi? Mera ignoranza? Non lo sapremo mai, probabilmente. Ciò che sappiamo, è che anche il Consiglio Regionale della Calabria non prevede l’uso del titolo onorevole, checché alcuni suoi membri se ne fregino tranquillamente.

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