C’è sempre qualcuno che fa di più. Che si dà da fare per rendere questa città un po’ migliore, anche se nessuno glielo chiede. E con mio piacere, vedo che siamo sempre di più a fare qualcosa senza cercare il favore delle telecamere o dei social.

Succede che da qualche giorno un signore si sia messo all’opera per recuperare un’aiuola del lungomare, vicino casa. Una di quelle orribili aiuole realizzate frettolosamente, con terra che è per lo più argilla (secca, dura, sterile). ma che ormai esistono e che tanto vale abbellire.

Non è la prima volta che intravedo questo signore che si mette all’opera di buon ora, con la sua zappetta e molta calma. Fa tutto da solo. Non chiede aiuto, sa dove mettere le mani. Quest’anno ha fatto ancora di più: ha creato una sorta di barriera, per evitare che qualcuno ci finisca dentro e danneggi le piante.

L’idea è nobile, aldilà dell’effettiva possibilità di sopravvivenza di quelle piante. E testimonia l’impegno che ancora qualcuno ci mette nel tentare di far andare tutto per il meglio, creando un ambiente più gradevole e che vada oltre il solito degrado che si registra finanche sul lungomare cittadino.

Ci sono ancora, queste sacche di resistenza urbana, fatta di gente comune che lo fa per piacere e per passione. Lontano dalle azioni propagandate sui social, dal feticismo dei like, senza quella tronfia arroganza – che purtoppo hanno in molti – di dire “qua tengo pulito io“.

Sono queste, le azioni degne di nota.

Una risposta a “Sacche di resistenza urbana”

  1. […] caso, invece, è di qualche giorno fa, e si contrappone a quelle operazioni di resistenza urbana di cui parlavo ieri. Un gruppo di persone ha impiegato diversi giorni per pulire […]

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