Ieri sera mi è capitato di andare a Rocca di Neto per partecipare ad un evento. Era da tanto che non andavo in paese: lo scorso anno mi ero recato solo al Cupone alla ricerca di un po’ di miele locale, per poi perdermi (volontariamente) nelle stradine disabitate dei vecchi poderi dell’Ovs.

Ma in paese non entravo da più tempo, forse anche un decennio. Un paese così vicino, così di passaggio, eppure ci venni per reincontrare qualche vecchio compagno di scuola, oggi perso anche lui chissà dove tra vita e lavoro.

Ma queste sono altre storie. Oggi invece quello che mi andava di scrivere era una sorta di plauso all’operato di Calabria Sona, che ieri si è presa la briga di allestire un palchetto e di far cantare alcuni artisti locali.

Lo spazio dato ai giovani artisti, nonché la capillarità e la volontà di sfruttare al meglio gli eventi e le piazze dei pasi di tutta la Regione, è lodevole. Non si tratta di un lavoro arrabbato, ma di un’organizzazione capace di gestire eventi in tutta la Calabria. E scusate se è poco.

C’è tanto da mostrare, a livello di artisti locali. Tanto altro oltre ai gruppi di tarantelle ed ai cantanti “folk” affiancati dai neomelodici nostrani. Certo, c’è anche quello: ma ieri sera Calabria Sona ha dimostrato di saper spaziare anche tra altri generi, tra il nuovo che c’è e che si diffonde anche dalle nostre parti.

E se ci pensate, l’idea di diffondere queste novità proprio dalle piazze dei paesi, di luoghi come Rocca di Neto, è un qualcosa all’avanguardia, che purtroppo non ha mai il riscontro sperato. L’importante è continuare, anche perché di artisti da far cantare e suonare ce ne sono.

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