Permettetemi, ogni tanto, un commento su una notiza non prettamente locale. Mi riferisco alla storia (per certi versi incredibile) di quell’uomo che ha finto un suicidio ma in realtà si era rifatto una vita in Grecia. Storia che ovviamente sta generando un grande dibattito oltre ad ironie di ogni sorta, sopratutto online.

Far perdere le proprie tracce è estremamente semplice, anche in un mondo iperconnesso come il nostro. Tuttavia, è singolare che l’uomo – che ora dovrà rispondere del suo gesto alle autorità – abbia lasciato una così lunga scia di indizi alle sue spalle, al fine di farsi rintracciare dopo 10 anni di “latitanza”.

Potremmo partire dall’ultimo dettaglio, ossia il fatto che nel 2022 abbia fatto richiesta di iscrizione all’Aire. Una mossa incomprensibile, dato che ha usato i suoi stessi documenti e che ha permesso così alle telecamere di rintracciarlo in quel di Patrasso. Come ha fatto a non pensare di attivare un campanello di allarme, se in patria risulta morto suicida e poi rispunta al di là dello Jonio?

Senza contare che, seppur le autorità ritennero plausibile il suicidio, pare che l’avvocato della moglie sapesse che l’uomo era ancora in vita. Un’altra stranezza, scoperta a seguito della richiesta di divorzio della donna, che non sarebbe stato possibile lavorare.

A questo punto, ci sono una serie di stranezze davvero incomprensibili in una vicenda che poteva essere decisamente più lineare. A meno che la storia non sia stata raccontata del tutto, perchè è altamente probabile che di dove si trovasse il fuggitivo, in realtà, la famiglia ne fosse bene a conoscenza.

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