In queste settimane ho atteso di avere qualche ulteriore informazione sul corso universitario che dovrebbe partire a Crotone. La vicenda sembra un po’ una spy-story: prima il progetto di un polo privato (subito contestato), poi l’interesse di imprenditori e politici, ed infine l’accordo con Unical ed Unimg.

Un accordo oneroso, da 120 mila euro per il Comune di Crotone (40 mila euro all’anno per tre anni) presi dai fondi garantiti dall’Eni, ai quali si aggiunge qualche altra decina di migliaia di euro per la ristrutturazione dei locali di Via Japigi, ex polo scolastico dell’Unitaria. Ma anche per i potenziali studenti, dato che si parla di una retta da 2 mila euro all’anno.

Ora, al netto di tutto, il 5 marzo scorso il corso ha avuto il via libera dal Miur. Dovrebbe partire ufficialmente da giugno, quando il Comune prevede di consegnare i locali, che saranno delle mere aule: i laboratori si svolgeranno tra Catanzaro e Cosenza nei rispettivi plessi.

Di per se, la scelta della facoltà (medicina e tecnologie mediche) è curiosa, visto che noi pazienti siamo sballottati tra Catanzaro e Reggio Calabria per le nostre visite. Come possiamo formare questi medici se l’ospedale funziona zoppicando, e di fatto non possiamo far fare neppure i laboratori in sede agli studenti?

E sopratutto… avendo 84 posti disponibili, chi dovrebbe iscriversi? Si punta ad attirare addirittura gente da altre regioni, ma voi vi iscrivereste ad un corso di laurea con i laboratori a distanza? Un giorno a Crotone e due a Catanzaro? O a Cosenza? È logico che uno si iscrive direttamente li.

Tutta questa vicenda mi ricorda il precedente storico dell’università a Crotone, quando sempre l’Unical avviò un corso in scienze del servizio sociale, svolto nel plesso di Tufolo. Corso chiuso nel 2011, sostanzialmente per volontà politiche.

In tutto ciò, in città è possibile iscriversi a quasi una decina di università online, e persino gli enti di formazione locale stanno erogando corsi di laurea. È dunque difficile vedere un futuro concreto per questo polo, che già oggi, alla partenza, sembra gravato da troppi “vincoli” ed “attenzioni”.

Rischia dunque di essere un mero contentino politico, che nasce – e muore – per volontà politica. Come dovremmo già sapere.

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