La scorsa settimana ha fatto piuttosto discutere la nota del Garante della Concorrenza e del Mercato riferita alla delibera con cui il consiglio comunale di Crotone continua a prorogare l’affidamento ad Akrea. Affidamento che viene rinnovato sulla base del fatto che la società è in-house, e dunque partecipata diretta dell’ente.

Come sostengo da anni (anche nei confronti di altre società partecipate, come fù ad esempio Crotone Sviluppo) non basta essere partecipate del Comune per esercitare diritto di prelazione sugli affidamenti. Perchè l’ente paga per ottenere i servizi richiesti, e per tanto l’intera operazione deve essere soggetta ai requisiti economico-finanziari della concorrenza.

Questo vuol dire anche (se non sopratutto) che l’affidamento deve essere soggetto ad una verifica qualitativa. Se io pago mezzo milione al mese ad Akrea, questa mi deve garantire un certo servizio. E se non me lo garantisce, il contratto si rescinde. Qui a Crotone invece ha funzionato sempre la “proroga facile”, indipendente dai risultati.

Va comunque detto, ad onor del vero, che Akrea è molto migliorata negli ultimi anni, ed una maggiore attenzione da parte dell’amministrazione sta portando ad evitare problemi storici come l’accumulo di spazzatura e la mancata raccolta prolungata, che potrebbero comunque ripresentarsi da qui a breve per l’aumento delle persone in estate.

Ma ciò non toglie che questo affidamento continua ad essere assegnato senza alcuna gara, senza alcuna indagine di mercato, senza alcune cognizione di causa su eventuali aziende private in grado di offrire costi e servizi differenti. Non è detto che ne esistano, ma non può essere una scusa per non tutelarsi.

L’ente infatti dovrebbe quanto meno mettere nero su bianco che non vi siano altre aziende disposte ad effettuare il servizio, prima di affidarlo per direttissima. Dovrebbe verificare l’esistenza di un “mercato” anche su Crotone. E solo dopo dovrebbe esprimersi.

Quello che invece leggiamo – seguendo le parole dell’attuale presidente, Alberto Padula – è uno scontro ridicolo. “Laddove l’autorità dovesse ritenere non superate le criticità, ci costituiremo nel giudizio che eventualmente l’autorità dovesse promuovere“. Già si preparano per la causa, senza capire di averla già persa in partenza.

Una risposta a “Finisce anche il tempo di Akrea?”

  1. […] tema ne avevo scritto anche io la scorsa settimana, ma oramai ho ben chiaro che sono parole al vento. Poi arriva un Manica […]

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