Ogni tanto capita di leggere cose che sembrano arrivare davvero da un mondo al contrario. Sopratutto per chi si trova a leggere, ogni giorno, le solite richieste: in questo caso parliamo dell’elettrificazione della linea ferroviaria, chiesta a gran voce da decenni da tutte le parti sociali.

L’elettrificazione della linea jonica è una chimera che si trascina dall’inizio del nuovo millennio, e dopo anni travagliati – tra interventi finanziati e poi definanziati – sembra aver trovato un punto di conclusione con il famigerato PNRR. Panacea di ogni male, con tutti i cantieri “finiti” (almeno sulla carta) entro il 2026.

Staremo a vedere, anche perché effettivamente le gare per i vari lotti sono state assegnate e sono prossimi i lavori su buona parte della costa. Una notizia per cui dovremmo gioire, no? Eppure, anche in questo caso siamo riusciti a trovare un modo per rallentare i lavori.

Ci pensa sempre la politica: questa volta per mano del riservatissimo pentastellato Afflitto, che ci fa sapere di aver posticipato l’inizio dei lavori da giugno a settembre. Perchè? Per evitare disagi alla stagione estiva. Una posizione doppiamente ridicola, dato che lo stesso spiega poi che i lavori dureranno fino alla fine del 2025, coinvolgendo dunque l’estate del prossimo anno.

E sempre Afflitto assicura che, dopo apposita interlocuzione, saranno garantiti collegamenti su gomma al posto di quelli con i treni, al fine di evitare disagi. E quindi, che senso ha avuto ritardare di tre mesi i lavori? Un senso più opportunistico che concreto, più politico che sociale.

Da ricordare al prossimo comunicato in cui si lamenta la lentezza dei lavori e si imputano mancanze e carenze a destra e a manca.

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