In questi giorni mi è tornato in mente un aneddoto raccontato oramai molti anni fa. A parlare fù Rosa Bossi, madre di Silvio Berlusconi, che, goliardicamente, scrisse un epitaffio per il figlio. A raccontarlo fù lo stesso cavaliere nel 2010, spiegando che sulla sua lapide avrebbe scritto che era un uomo “buono e giusto”. E così, vista la continua rivisitazione storica della sua figura, è stato beatizzato.
È quasi un martire, Silvio Berlusconi. Nonostante le condanne passate in giudicato di cui ci ostiniamo a non ricordarci (appropriazione indebita, frode fiscale e falso in bilancio) e per le quali decadde anche da senatore. Ce ne siamo dimenticati. Noi italiani non brilliamo certo per la nostra memoria, ed ecco che in questi giorni – sopratutto in televisione e su certi giornali – è possibile leggere una notizia completamente falsa che tenta di riabilitare non solo Berlusconi, ma anche un altro condannato: Dell’Utri.
La Corte di Cassazione avrebbe infatti definitivamente accertato di non poter provare il riciclaggio di denaro illecito nelle aziende di Berlusconi. Una conferma nota, già appurata in altre sentenze, di cui si trova traccia nei procedimenti giudiziari di primo e secondo grado. Eppure, più di qualche giornale ha parlato di tutt’altro. Il primo è stato il Foglio, pubblicando un articolo dal titolo che sarà ampiamente ripreso: La Cassazione esclude qualsiasi legame tra Dell’Utri, Berlusconi e Cosa nostra.
Un conto è escludere il riciclaggio di denaro illecito in azienda, se non altro per il fatto che non si può più provare. Un altro invece è affermare che siano “esclusi legami” con la criminalità. Una frase pericolosissima, sopratutto se si considera che Marcello dell’Utri è stato condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, e venne arrestato da latitante a Beirut. Ancor più pericolosa se ci si dimentica di ricordare figure come lo stalliere di Arcore.
Vicende che sono ricordate dalla rete antimafia, ma che non si sentono molto in queste ore. Sono stati pochi (pochissimi) i quotidiani a parlare correttamente della cosa, volendo escludere quelli storicamente di parte, mentre l’eco mediatico (sopratutto televisivo) è incentrato sulla riscrittura della storia. Nessun legame con la mafia, urlano politici e familiari di Berlusconi. Mentendo, come hanno sempre fatto.
Il sostegno di Cosa Nostra a Forza Italia è una verità processuale accertata, che non riguarda solo Dell’Utri ma anche altri esponenti meno noti come Antonio D’Ali, e che conta di tantissime dichiarazioni di collaboratori di giustizia rilasciate nel corso degli anni. Al netto dei problemi, la verità è una sola, e la conosciamo bene.
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