Dal 6 Ottobre scorso, e per tutti i Giovedì del mese (13, 20 e 27) il comitato IoVotoNoKR sarà in piazza per fare propaganda per votare “No” al referendum del 4 Dicembre prossimo. Andando al banchetto, vi verrà proposto un fantasioso volantino, che ovviamente non è stato stampato o pensato dagli organizzatori locali, ma arriva direttamente dal comitato centrale, e che quindi viene distribuito in tutta Italia.
Sono riuscito ad avere un volantino, che potete vedere nell’immagine qui accanto. Facciamo il loro gioco: meno del 30% del volantino è dedicato al referendum. Il che è paradossale, dato che il comitato chiede di votare “No” al referendum ma non ne spiega assolutamente nulla. Il testo infatti si limita ai soliti slogan ai quali dovremmo essere abituati da anni ormai: “RIprendiamoci il voto“, “Non lasciare che gli altri decidano per te“, “Contro lo scempio della costituzione“. Fuffa, parole vuote, che vengono spinte a suon di emotività ma senza alcun dato a supporto. Poco sotto, leggiamo: “Non riduce i costi, non migliora la qualità dell’iter legislativo, ma scippa la sovranità dalle mani del popolo“, e poi ancora “La deformazione della Costituzione operata dalla legge Renzi-Boschi, insieme alla legge elettorale (Italicum), consegna il governo ad una minoranza“.
Il resto del volantino infatti, più del 60%, è dedicato solo all’Italicum, e non alla riforma costituzionale. Cerchiamo dunque di correggere le diverse inesattezze e i diversi errori presenti, dato che questo volantino, più che informare la popolazione, dice loro solo un sacco di fesserie.
Partiamo dall’inizio. Se scrivono “Riprendiamoci il voto – Firma – Non lasciare che gli altri decidano per te“, non è perché qualcuno vi stia privando del diritto di voto, ma solo perché loro, quelli del comitato, hanno bisogno di una vostra firma. Se vi ricordate, si era già svolta una raccolta firme che però non aveva raggiunto il numero necessario di firmatari. Adesso, oltre a proporre un referendum per abolire l’Italicum, ci aggiungono anche il referendum costituzionale, giusto per buttare altra carne sul fuoco.
Subito sotto, troviamo “Contro lo scempio della costituzione“, che è una considerazione assolutamente personale e null’altro. E ancora “Non riduce i costi“, che è una assoluta falsità: a parte che è illogico pensare che una soppressione di diversi organi non produca un risparmio, per ora il bilancio di risparmio si aggira intorno agli 80 milioni solo per quanto riguarda il Senato, ai quali vanno aggiunti i risparmi per l’abolizione del CNEL (stimati in circa 20 milioni, più fondi e finanziamenti extra erogati durante l’anno) e i risparmi dovuti all’abolizione delle Province (di cui non si hanno conti affidabili). Non si arriverà ai 500 milioni, ma dire che “non riduce i costi” è semplicemente falso. Subito dopo, abbiamo “non migliora la qualità dell’iter legislativo“, anche questo un parere strettamente personale, così come “ma scippa la sovranità dalle mani del popolo“: pareri, ipotesi, di quelle che siamo abituati ad elucubrare vivendo di teoria. Stesso discorso vale per quanto scritto sotto, “La deformazione della Costituzione operata dalla legge Renzi-Boschi, insieme alla legge elettorale (Italicum), consegna il governo ad una minoranza“. In questo caso parliamo di un’opinione molto diffusa, quella di dare il governo in mano ad una minoranza, ma che è piuttosto campata in aria: negli ultimi 10 anni in Italia non è mai stato eletto un parlamento con più del 30%, sia a causa della frammentazione politica sia a causa della scarsa affluenza alle urne. Si è dunque obbligati (in ogni caso) a dare una buona governabilità a chi prende più voti: immaginatevi un parlamento dove possono esistere due partiti in opposizione tra loro con una percentuale di seggi simile (tipo 27% e 29%), non ne usciremmo più!
Finisce così il capitolo dedicato al referendum: senza un dato, senza una spiegazione, senza un grafico. Eggià, perché se non l’avete ancora capito, a questi signori del referendum interessa poco: hanno già fallito sotto quell’aspetto, e ora gli resta solo l’Italicum. Per questo motivo tutto il resto del volantino è dedicato alla legge elettorale, che non centra assolutamente nulla con il referendum del 4 Dicembre.
Troviamo infatti scritto: “Contro una legge truffaldina come l’Italicum che con un premio di maggioranza enorme altera l’esito del voto e non consente agli elettori di scegliere tutti i loro rappresentanti“. Altera l’esito del voto?? Un’affermazione piuttosto grave, che denota una penosa ignoranza (o malafede) dell’argomento, anche nei suoi tratti più generici. Il premio di maggioranza serve a garantire, in ogni caso, una maggioranza assoluta al partito che prende più voti. Poco importa che questo abbia preso il il 25%, il 30% o il 35% (percentuali espresse appunto dagli elettori, che votano i loro rappresentanti), chi prende più voti ha diritto ad una maggioranza di seggi in Parlamento. Funziona così in tutta Europa, ed il partito che vince ha diritto a più del 50% dei seggi del Parlamento. E’ semplicissimo. Al fianco, troviamo scritto “Si agli eletti, no ai nominati, aboliamo i capilista bloccati“, che è una accusa che si muove molto spesso per il fatto che i capilista vengono scelti direttamente dal partito: in realtà è un grande passo in avanti, dato che attualmente tutta la lista è bloccata, il che vuol dire che tutti gli iscritti sono presentati dai partiti. Con la nuova legge invece solo il capolista sarà presentato dal partito, e gli altri saranno, appunto, votati. Se si voleva attaccare questo passo della nuova legge lettorale, si poteva parlare del fatto (discutibilissimo) che un capolista può essere presentato in ben 10 liste, ma vabbè. Più sotto, leggiamo “I voti si conquistano non si vincono, aboliamo il premio di maggioranza“, che, come abbiamo già detto poco sopra, è solo una presa di posizione infantile.
Girando il volantino, troviamo la parte più fantasiosa di tutte, con tanto di grafici e numeri. Leggiamo infatti che non vogliono l’Italicum perché questo causerebbe una “Distribuzione diseguale dei seggi” e addirittura una “Diseguaglianza dei cittadini nel voto“. Mentre nel primo caso si tratta, come già detto, di un fatto assolutamente normale (se un partito prende la maggioranza, i restanti seggi andranno necessariamente divisi), la seconda affermazione è piuttosto grave, sopratutto perché lascia intendere che ci sia una sorta di “differenza” tra chi vota un ipotetito partito di maggioranza ed uno di minoranza. Questo, ovviamente, è un calcolo che ha ragione di esistere solo sulla carta. Pensateci un attimo: è un calcolo fatto a posteri, realizzato dividendo il numero di voti per il numero di seggi ricevuti. Qui è spiegato il “meccanismo perverso”, e non dovrebbe essere difficile capire che non si tratta (come scritto) del “valore del voto del cittadino”, bensì di un rapporto tra cifre: il voto ha lo stesso valore per tutti, ma il rapporto voti-seggi non può essere lo stesso per tutti. E’ logico. I quozienti, comunque, sono utilizzati per definire altro.
Ci sono poi anche due grafici, che simulano una tornata elettorale con l’Italicum. Di 5 ipotetiche liste che concorrono, solo le 2 più votate andranno al ballottaggio, esattamente come succede con l’elezione dei sindaci. Al ballottaggio la lista più votata prende il premio di maggioranza, che consiste in 340 seggi su 630 parlamentari. La percentuale riportata per il primo partito è di poco sbagliata, dato che non è “55.01%” ma poco meno di 54% (precisamente 53.96825396825397%). Per il resto, probabilmente si vorrebbe far passare come terrificante il fatto che una lista che prende “solo” il 25% possa ottenere il premio di maggioranza, ma oltre a non considerare che di mezzo c’è un ballottaggio, si ignorano le percentuali che da anni sanciscono le vittorie di coalizioni in tutta Italia. Anche di questo ne abbiamo già parlato sopra.
L’Italicum è una legge elettorale come tante altre. Per certi versi è molto simile ad altre leggi elettorali, per altri è distantissima. Qualcuno dice che non è perfetta, ma gli andrebbe chiesto che cosa è perfetto, a questo mondo. Ci sono alcuni aspetti che andrebbero rivisti, ma alcuni. Per il resto, è una normalissima legge elettorale, che non centra nulla con il referendum. Queste persone chiedono di votare “No” al referendum per ben altri motivi, distantissimi dalla realtà. Ma sopratutto, dopo aver fallito il primo tentativo per bloccare il referendum, ora vogliono provare a bloccare la legge elettorale.
Dovremmo ringraziare queste persone? Ovviamente no. Perché già dal loro volantino si capisce perfettamente che il loro unico intento è dire No. Gridarlo a squarciagola, senza se e senza ma. Il problema di questo comportamento, oltre la pesante immaturità, è che non viene proposta nessuna alternativa. Nulla, anzi, anche il volantino è incredibilmente scarno, privo di ogni informazione seria e affidabile. L’intento, in fondo, è confondere le acque, altro che chiarirle.
Solo slogan, frasi fatte, nulla di nuovo.
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