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Nuotando in un mare di dati

I punti di prelievo cittadini

In questi anni abbiamo assistito ad un perenne contrasto sui dati relativi alla balneabilità e all’inquinamento del nostro mare. Da una parte troviamo i dati forniti periodicamente dall’Arpacal, mentre dall’altra troviamo i dati raccolti dal meetup del M5S locale. La cosa quantomeno curiosa è che, andando a confrontare questi dati, scopriremo che sono sempre molto, molto differenti. Anche a seguito di analisi effettuate a pochi giorni di distanza.

Più volte è stato chiesto (dai cittadini e dalla stampa, specie Il Crotonese) un prelievo in contemporanea, da effettuarsi lo stesso giorno, in modo da fugare ogni dubbio. Altrimenti, a chi dovremmo credere? E’ possibile che l’acqua sia sempre pulita come sostiene l’Arpacal, o che sia sempre sporca come sostiene il meetup?

A distanza di anni dall’avvio della campagna “Il nostro mare lo controlli Tu“, finalmente è stato svolto un prelievo in contemporanea con le autorità, l’11 Luglio 2017. E puntualmente, i dati sono molto diversi: i risultati del meetup, pubblicati il 13 Luglio, evidenziano ben due aree oltre i limiti; i risultati di Arpacal invece, pubblicati il 18 Luglio, non hanno registrato alcuna irregolarità. Pare un mistero insolvibile.

Non sappiamo se il prelievo è avvenuto in perfetta concomitanza (stessa ora, stesso punto, stesse modalità ecc.), ma appare comunque irrealistica una tale differenza di valori negli stessi specchi d’acqua. Qualcuno, qui, mente. O forse sarebbe meglio dire sbaglia. Ma chi? Sono in molti infatti che, prodi della loro ignoranza, semplicemente non credono ai dati dell’Arpacal, che sarebbero “taroccati” o comunque “falsi”, nonostante la numerosa documentazione ed i numerosi report. Ma la realtà potrebbe essere ben più semplice.

Alla base delle numerose differenze tra i dati rilevati dal meetup e quelli forniti all’Arpacal potrebbe esserci un “semplice” errore metodologico. E non mi riferisco alla nota differenza dell’indicatore, dato che l’Arpacal “conta” in Unità Formante Colonia mentre il meetup in Most Probable Number. Una differenza notoriamente di poco conto, che non dovrebbe portare a dati diversi. Mi riferisco invece alle modalità con cui si acquisiscono e si trasportano i campioni d’acqua.

A definire le linee guida per prelevare e trasportare correttamente questi campioni ci pensa il Decreto Legislativo 116/08, Decreto Ministeriale 30.03.2010, oltre a numerose altre normative comunitarie che, a volerle consultare, si trovano tutte qui. Per quanto riguarda le acque di mare, dalle linee guida leggiamo (a pag. 12):

Le modalità di campionamento sono definite esplicitamente nell’Allegato D del D.M. 30/03/2010. I prelievi, in particolare, devono essere effettuati nella fascia di mare normalmente utilizzata dai bagnanti ad una profondità di circa 30 cm sotto il pelo dell ́acqua e ad una distanza dalla battigia tale per cui il fondale sia compreso tra gli 80 e i 120 centimetri ad eccezione delle aree in cui sono presenti scogliere a picco o fondali rapidamente degradanti per le quali i prelievi vanno realizzati nei pressi della scogliera o della battigia stessa.
I campionamenti si eseguono, così come indicato dalla normativa, tra le ore 9 e le 16.
L ́attività consiste nel prelievo di un ́aliquota d ́acqua con opportuno contenitore sterile e trasparente di almeno 500 ml di volume. Il campione deve essere identificato in maniera univoca e conservato ad una temperatura di circa 4°C in appositi contenitori refrigerati dal momento del prelievo fino alla consegna all’accettazione. Per ogni stazione, identificata sul verbale dal codice ministeriale, si procede alla registrazione dell’orario di prelievo ed alla rilevazione dei seguenti parametri meteo marini:
– Temperatura dell ́aria (° C);
– Temperatura dell ́acqua (° C);
– Vento: direzione ed intensità;
– Stato del mare, direzione di provenienza delle onde, stima visuale dell ́altezza d ́onda;
– Corrente superficiale: intensità e direzione;
– Condizioni meteorologiche: presenza di pioggia, copertura nuvolosa.

Insomma, non basta andare a riempire un boccaccio d’acqua e portarlo poi in laboratorio. Sembra chiaro che il dato grezzo non sia poi così affidabile, in quanto necessita di un’apposita “taratura” sulla base di numerosi indicatori per divenire verosimile. E mentre siamo sicuri che l’Arpacal deve rispettare tutti questi paletti, non siamo altrettanto sicuri di come venga effettuato il prelievo da parte del meetup, e di come questo arrivi alla BioSilaB Srl, a Camigliatello. Magari, l’inghippo sta proprio qui.

Ma mettiamo caso che il meetup si dimostri impeccabile nel prelievo e nel trasporto del campione. Che fare? Per fugare definitivamente il dubbio, si potrebbe dare ascolto ai vari esperti che da diversi mesi propongono il “prelievo in parallelo”. Funziona così: sia Arpacal che il meetup effettuano un prelievo d’acqua marina, ottenendo così due campioni. Entrambi i campioni vengono successivamente divisi in tre parti. L’Arpacal invierà un campione al suo laboratorio, uno al laboratorio utilizzato dal meetup, e conserverà il terzo campione. Il meetup invierà un campione al suo laboratorio, uno al laboratorio utilizzato dall’Arpacal, e conserverà il terzo campione. Più facile a farsi che a dirsi.

Solo in questo modo avremo una doppia prova di ogni campione, che verrà verificato adeguatamente da entrambe le parti. Un metodo sicuramente pignolo, ma evidentemente sempre più necessario in questo mare di dati differenti e contrastanti. Una prova del 9, come si suol dire, che potrebbe sconfessare tanto il meetup quanto l’Arpacal.

Nel frattempo, evitiamo inutili allarmismi e paranoie: sui social network proliferano, al pari dei batteri che si vorrebbero contrastare, i commenti di chi “io il bagno a crotone non me lo faccio“, “siete contenti di lavarvi nella merda“, “protestate invece di andare a mare“. Ricordiamo a lorsignori che, fino a prova contraria, il mare è pulito, e che è poco gradevole è solo per colpa degli stessi bagnanti, dediti a sporcare spiaggia e mare. Sicuramente ci sono dei posti più belli in cui andare a farsi il bagno, ma se c’avete complessi, lasciateli a casa.

PS: come già detto, i dati relativi alla balneabilità li trovate, per tutta Italia, qui.

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