Non scandalizziamoci. Da che ho memoria, i fuochi di Santa Lucia sono sempre stati utilizzati per smaltire rifiuti, spazzatura, elettrodomestici… di tutto e di più. La sola differenza, quest’anno, è che i Carabinieri hanno sequestrato la pila realizzata a Fondo Gesù, perché al suo interno è stata intravista “una vera e propria discarica di rifiuti speciali: passeggini, infissi verniciati, luminarie da smaltire, copertoni e altro materiale classificato come speciale e da smaltire secondo precise modalità“.

Aldilà dei commenti, ci sono due cose che dovrebbero fare riflettere. Da una parte, c’è da chiedersi perché gli abitanti di Fondo Gesù decidano deliberatamente di autoinquinarsi. Cioè, l’isola ecologica si trova proprio in quel quartiere, e bene o male funziona. Perché utilizzare i rifiuti per costruire una pila da bruciare? Si tratta di una scelta che ha senso solo nella mente di un idiota.

In secondo luogo, c’è da chiedersi quale sia il reale rispetto che nutriamo verso le nostre tradizioni. Ci vantiamo – a ragione – di essere tra gli unici in Italia ad aver mantenuto questa usanza dei fuochi, e poi li realizziamo con l’immondizia? Non che ci sia bisogno di andare a scegliere i migliori legni da ardere, però… fa riflettere lo sconfinamento dell’usanza in un misero falò per bruciare il bruciabile.

Sono anni che ripeto, assieme a tanti altri, che la tradizione dei fuochi di Santa Lucia sia vicina all’estinzione. Non sempre le pile storiche vengono issate ogni anno, ed alcune sono “scomparse” negli ultimi periodi. Insomma, la tradizione si perde, e quella che resta viva viene depredata del suo valore.

La gara a chi fa la pila più alta o più grossa non c’è più. A parte l’antagonismo tra quartieri, c’è da chiedersi: vale la pena mettersi a bruciare la qualunque per fare il fuoco più alto? Perché dare fuoco a copertoni ed infissi è un reato. Ma oltretutto, è pericoloso per la salute di chi ci vive, nei pressi della pila.

Non è una gara a chi ce l’ha più lungo.

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