Parlottando con chi ha acquistato una copia del mio libro (si, più di qualcuno l’ha comprato e sel’è letto), mi viene chiesto spesso e volentieri se ci sono proprio tutte le notizie sulla città, o se qualcuna l’ho saltata.

Di getto mi verrebbe da rispondere che non ne ho esclusa nessuna, ma so bene che non è così: l’ho scritto nella stessa prefazione del volume, che molte notizie, spesso molto brevi e poco dettagliate, sono state volutamente “tagliate” perché prive di ulteriori collegamenti.

Mi è capitato in più occasioni di trovarmi a leggere due o tre righe criptiche, telegrafiche, spesso note di servizio (il nuovo orario della posta, un cambio di coincidenza degli autobus, riferimenti ad attività commerciali ecc) che non ho aggiunto al volume per evitare che divenisse ancora più grande. Cose generiche di cui si può tranquillamente fare a meno.

Col senno di poi, però, c’è almeno un caso in cui mi pento del mancato inserimento. Una piccola nota pubblicata sul Corriere della Sera, riguardante l’installazione, sul portone d’ingresso del Castello di Carlo V, di una targa. Targa che esiste tutt’oggi, che è ben visibile e leggibile (con un minimo sforzo) nonostante venga per lo più snobbata.

Su questa targa è scritto testualmente: “SANZIONI 18-11-1935 X IV“. Nulla a che vedere con la fortificazione, ma un ricordo delle inique sanzioni contro il regime fascista: sanzioni che vennero promosse a seguito dell’invasione dell’Etiopia, e che il regime tentò di “deridere” e sminuire con targhe commemorative sparse un po’ in tutta la penisola.

Anche a Crotone, dove esisteva un fervente circolo fascista, l’evento non passo in secondo piano. I fasci locali decisero di apporre la targa – una semplice lastra in tufo con l’iscrizione – sopra il portone d’ingresso del Castello, che al tempo era sede della Regia Marina Militare.

L’episodio effettivamente venne riportato dal Corriere della Sera nell’edizione del 22 novembre del 1935. A pagina 2 è infatti presente un trafiletto dal titolo “La pietra delle inique sanzioni sul portale del castello di Crotone” che riporta:

Crotone 21 novembre – A cura del Comando della Marina, sul portale dell’antico castello è stata collocata la pietra che dovrà perpetuamente ricordare l’iniquità delle sanzioni. La cerimonia si è svolta fra vibranti manifestazioni patriottiche dei marinai e del popolo.

Ad indicare dunque che, probabilmente, fù lo stesso corpo militare a decidere di apporre li la targa, trovando l’appoggio degli esponenti fascisti locali e dei simpatizzanti.

Oggi la lastra di tufo è ancora li, sostenuta anche da due grossi chiodi in ferro battuto, e probabilmente lì rimarrà finchè non diventerà del tutto illegibile. Non ci vorrà poi ancora molto: le incisioni sono abbastanza deteriorate, probabilmente perché incise direttamente nella pietra, apposta poi senza alcun trattamento protettivo.

Proprio perché tra qualche anno non sarà più possibile distinguere i segni e dar loro una giusta interpretazione, mi sembrava giusto riportare qui la “notizia mancante”, dato che ormai non potrò più inserirla nel volume cartaceo.

Ultima nota: in basso a destra troviamo scritto “X IV”. Si tratta della cosiddetta era fascista, noto anche come anno dell’impero, che iniziò ad essere conteggiata dal 29 ottobre del 1922. Ciò vuol dire che la targa venne apposta nel 14° anno fascista, quello compreso tra il 29 ottobre del 1935 ed il 28 ottobre del 1936.

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