Quando la politica non ha niente a cui appellarsi – o quanto meno, non ha interesse ad appellarsi ad altro – ecco che spuntano fuori i soliti, classici vecchi temi che sono un po’ un evergreen. Quelle cose che quotidianamente non interessano, ma sono comunque argomenti validi per costruirci su un po’ di polemiche sterili.

Un tema che la politica strumentalizza spesso a suo vantaggio ed a fasi alterne è la disabilità. Questo tema, in un ambiente come quello di Crotone, diventa argomento di dibattito politico (se così lo possiamo chiamare) solo in tre specifiche occasioni: in campagna elettorale, come discussione polemica contro la maggioranza ed a ridosso dell’estate.

Scegliete la variante che più preferite, fatto sta che di disabili si parla solo in questi frangenti. Non sia mai che in un consiglio comunale si discuta di barriere architettoniche o di dotare i mezzi pubblici di apposite pedane: ma che gli fregherà mai ai consiglieri?

Ecco, ai consiglieri – alcuni consiglieri – gli frega eccome, perché non hanno interesse a tutelare una categoria svantaggiata, qualunque essa sia, bensì gli importa di sfruttarla per farci un articoletto che qualcuno ha pure il coraggio di pubblicare. In questo caso, ci riferiamo alla nota diramata dai consiglieri Danilo Arcuri e Benedetta Ventura, apparsa sul Crotonese.

Aldilà della nota, che è sempre la solita pappetta, c’è però da dire una cosa. Da annotare una differenza. Oggi, 15 giugno, la struttura per disabili è già allestita sulla spiaggia pubblica, assieme alla relativa pedana. Il servizio in genere veniva fatto partire i primi di luglio (vedasi polemiche degli anni passati), ma quest’anno è stato anticipato di un paio di settimane.

Ora, delle due l’una: o i consiglieri avevano preparato per tempo questa nota, programmandone il lancio, e non hanno pensato di farsi prima un giro sul lungomare per verificare; o hanno voluto comunque far intendere che chi prima di loro (ossia l’amministrazione Pugliese, mai nominata direttamente chissà per quale oscura ragione) ci sapesse fare meglio, a costo di perderci la faccia o quel poco che ne resta.

Il disabile diviene “un problema” a ridosso dell’estate, e non lo è nel resto dell’anno. Quando pur volendo non può spostarsi in autonomia. Quando non ha servizi offerti dall’ente. Quando sostanzialmente gli viene detto di arrangiarsi, a lui ed alla sua famiglia. Ma il problema, per alcuni consiglieri, si pone – come già detto – solo a ridosso dell’estate.

Chissà se avremo una risposta piccata, alla Voce maniera, anche in questo caso. Forse si, forse dal palazzo sorvoleranno, o forse qualcuno si prenderà la briga di dire che comunque è stato fatto abbastanza. Vedremo. Eppure, a tutto questo discorso, manca una base, una fondamenta: qualcuno ha mai chiesto alle famiglie dei disabili crotonesi che cosa vogliono?

Una risposta a “I disabili come carne da macello”

  1. […] qualche giorno si voterà il Ddl Zan, e non è affatto scontato che passi. Al netto dei disabili, adesso anche la sessualità è divenuta carne da macello politico. […]

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