Prima dell’arrivo della fiera erano iniziati i lavori di realizzazione di un nuovo tratto di “pista ciclabile” in città. Ora i lavori sono ripresi, e forse entro la fine dell’estate l’intero tratto di Viale Regina Margherita sarà dotato di un percorso ciclopedonale, che come sapere è una roba ben diversa dalla pista ciclabile. In pratica il marciapiede viene diviso idealmente con una linea (che non è neppure dritta) che dovrebbe separare il tratto pedonale da quello ciclabile. In altri termini: una paraculàta.

Probabilmente Viale Regina Margherita era uno degli unici posti in città dove si sarebbe potuta creare una vera corsia ciclabile. La strada è ampia, e pur sottraendo un tratto di strada sarebbe rimasto spazio per il passaggio e per il parcheggio. Ma si è preferita la via semplice, già battuta ed ampiamente utilizzata in città. L’escamotage artistico che ti trasforma un marciapiede largo meno di un metro in percorso ciclopedonale.

Si tratta in soldoni di un lavoro fatto tanto per farlo, per impiegare dei fondi nel modo peggiore possibile: facendo qualcosa di dozzinale, in un tratto di strada in cui il marciapiede era stato rifatto neppure dieci anni fa. Ma daltronde questo è il concetto di ciclabilità che abbiamo a Crotone, e non dovremmo sorprenderci.

I percorsi ciclopedonali a Crotone infatti vengono annunciati nel 2012 e nascono nel 2014, con una rete di marciapiedi cittadini trasformati da un giorno all’altro in aree di passaggio per le biciclette. Al tempo vennero fortemente criticati, visto che in alcuni tratti il passaggio pedonale è impossibile, o ridotto a 10 centimetri (misurati). E poi, la presenza di alberi, cartellonistica, panchine o cabine elettriche… più che percorso ciclopedonale è, ancora oggi, un percorso ad ostacoli.

Il bello, però, è che a criticare fortemente le ciclopedonali furono proprio i gruppi che oggi sono nell’amministrazione comunale. Mi rifierisco in particolare a Stanchi dei Soliti, che oggi giustifica, con lunghi post e video, la scelta del percorso ciclopedonale. Al tempo non la pensava così, ma si sa: cambiare opinione è lecito.

Se c’è uno specchio della mediocrità politica attuale, quanto meno a livello progettuale e di visione, si vede proprio in questo. Nel replicare modelli e scempi urbanistici già applicati con insuccesso, e tentando addirittura di giustificarli o di dipingerli per quello che non sono. La realtà infatti non cambia, e lo spazio per le bici in città non aumenta. O per meglio dire: aumenta solo sulla carta. Chi va in bici (per davvero, non a farsi il giro della domenica) incontrerà gli stessi problemi di sempre, nel camminare sul marciapiede.

Criticammo tanto Vallone, che finimmo per imitarlo.

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