La tragica morte di Andrea Papi, prima persona uccisa da un orso in Italia, ha generato un dibattito che è destinato a durare in molte sue sfaccettature, che va ben oltre la morte del malcapitato.

C’è infatti un problema ideologico costruito sulla convivenza tra essere umano e natura, che affrontiamo nel modo sbagliato. E cioè criminalizzando la natura.

Il che, se ci pensate, è un po’ buffo: proprio il Trentino si sponsorizza come terra estremamente a contatto con la natura, per poi stupirsi che un animale selvatico si comporti come tale.

Non fraintendetemi: ogni giorni vengono uccisi a sangue freddo milioni (o miliardi?) di animali solo per farci mangiare, e dunque il dilemma se abbattere o meno l’orso responsabile dell’uccisione non ha nulla di etico in questo senso.

Il dilemma, semmai, è sul nostro concetto di natura. Se io vengo punto da un’ape o da una vespa e muoio… posso ritenere logico l’abbattimento delle api che mi hanno aggredito? E ancora, se vado per campi in primavera e mi morde una serpe, posso pensare di dover uccidere il serpente responsabile (o peggio ancora tutti i serpenti che trovo in giro)?

Ecco, quando succedono disgrazie come queste non hanno particolare eco perché sono cose-che-capitano in natura. Quando però c’è da dover demonizzare qualche predatore (come l’orso, ma si pensi anche ai lupi) il discorso cambia.

Secondo la narrazione mainstream gli orsi sono diventati un pericoloso problema per tutta Italia. Addirittura un centinaio di orsi viventi in Trentino sarebbero una minaccia, e andrebbero “dimezzati”. Dopo anni (e soldi) spesi in progetti di ripopolamento, adesso alimentiamo le paure tirando in ballo anche i disagi degli allevatori.

Non a caso, nei telegiornali i servizi sull’orso sono affiancati spesso e volentieri a servizi sulla presenza dei cinghiali nelle città, ed ai numerosi problemi che causano. Predatore e preda messi sullo stesso piano, perché oggi rappresentano l’ideale di “selvatico” per il telespettatore medio.

E dunque, che fare? Abbattere l’orso è sbagliato, perché non serve a nulla se non a “pareggiare i conti” per la morte del giovane. L’orso si comporta da orso. Semmai è l’essere umano a doversi adeguare alla sua presenza, ed a mettere in conto di poter avere un incontro fatale se proprio vuole andare a correre nelle adiacenze dove vive.

Ma è altrettanto sbagliato umanizzare l’animale e pensare di fargli un favore rinchiudendolo in qualche parco recintato o in qualche zoo. A questo punto meglio ucciderlo. Perché l’orso è un animale selvativo, e come tale deve vivere.

L’unica cosa da fare è lasciarlo in libertà.

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