Avrei voluto scrivere qualcosa in merito a quei ragazzi che hanno ucciso una capretta a calci qualche settimana fa. Ma davvero, non ci riesco. Non ho parole per commentare un gesto assurdo, per di più motivato dai festeggiamenti e dall’alcool.

Ma andiamo oltre. La brutalità contro gli animali è una cosa che conosciamo bene. Quasi non stupisce più. E non fa più notizia. Se non nei casi più eclatanti, come per la capretta ma anche per i tentativi di abbattimento degli orsi nei giorni scorsi.

Quest’anno, se ci pensate, abbiamo sentito un po’ di tutto. Tutto è iniziato con il solito refrain sui cinghiali, che già in primavera costituivano il nemico numero uno. Poi dopo un po’ di quiete (e con l’arrivo dell’estate) subito a parlare dei pesci “alieni” e delle specie invasive, primo tra tutti il famigerato granchio blu ma anche il pericoloso pesce scorpione.

Nel mezzo, troviamo due parentesi: quella degli orsi, visto anche il drammatico episodio del runner rimasto vittima di un’aggressione fatale, e quella dei lupi. In particolare, in questi ultimi due casi stiamo assistendo al teatrino ridicolo del Friuli-Venezia-Giulia, che continua ad emettere ordinanze di abbattimento prontamente respinte.

Per una mera curiosità, il tutto accade a poco meno di un anno dall’inserimento, nella Costituzione Italiana, del concetto di benessere degli animali. Ma quaindi, quale fauna vogliamo tutelare?

L’idea forse è di guardare solo ai nostri animali domestici, ma sarebbe sbagliato. Perché gli animali sono la fuori, vivono intorno a noi, e spesso ci sentiamo in diritto di doverli uccidere senza alcun motivo.

È un discorso scivoloso, da entrambe le parti. Tuttavia, in linea di massima, non posso che concordare sul fatto che non siamo più abituati alla presenza degli animali, la quale genera in noi più apprensione che altro. Anzi, proprio paura, spesso immotivata.

Purtroppo per noi, però, la natura è la casa degli animali prima ancora che nostra. Non possiamo pretendere di andare per i boschi e non incontrare neppure una bestia, ed anzi, se abbiamo tali pretese a ben vedere le bestie siamo noi.

E che altro potremmo essere, se continuiamo a difendere chi uccide una capretta a calci per divertirsi un po’ dopo aver bevuto?

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