Neanche qualche giorno fà annotavo della zuffa avvenuta sul lungomare, oggi mi tocca ripetermi a seguito di un nuovo evento violento. Questa volta è successo in Piazza Pitagora, dove un capannello di persone ha violentemente aggredito un ragazzo extracomunitario. A quanto pare, dalle testimonianza raccolte sul posto, questo stava chiedendo l’elemosina presso un noto bar del centro, andando poi in escandescenza a seguito dei rifiuti e di qualche maleparola.
Attenzione: non stiamo qua a cercare il pelo nell’uovo, per difendere o accusare. Perchè il ragazzo, senza fissa dimora ed in stato di agitazione, ha sostanzialmente sbroccato: avrebbe prima iniziato a colpire a calci delle auto parcheggiate, per poi aggredire fisicamente un altro ragazzo e sputare addosso ai passanti. Insomma, gli è presa male (malissimo) ed è finita pure peggio.
In buona sostanza, dal Bar Moka al Bar Augello (i due opposti della piazza) è stato sommerso di calci, schiaffi, pugni e persino preso a stampellate da un anziano, miracolosamente guarito dall’invalidità per il solo tempo del pestaggio. Eppure, tosto, ha cercato di difendersi: finchè non ha trovato un lungo bastone, usato per colpire la folla ad occhio, beccando anche chi non centrava nulla.
Tutto ciò è avvenuto, nuovamente, davanti a centinaia di persone in piazza per il primo spettacolo dei burattini. E nel bel mezzo del traffico, che ha notevolmente rallentato l’arrivo delle forze dell’ordine: due volanti e due pattuglie. Non appena sono riuscite a farsi spazio, il gruppo di picchiatori si è rapidamente dileguato, ma qualcuno è stato fermato poco dopo. Discorso diverso per l’aggredito, che non sazio ha continuato a dimenarsi e sbraitare, beccandosi così una bella taserata.
Torniamo però al discorso di qualche giorno fa, ossia della normalizzazione della violenza, che sta vivendo una nuova fase di sdoganamento collettivo. Se la volta scorsa si trattava di questioni familiari, questa volta – seppur per una sorta di “difesa” – si tratta di una vera e propria aggressione impunita. Riabilitare la logica del se-l’è-cercata è pericoloso, perchè ognuno di noi potrebbe finirci dentro.
A tal proposito mi torna sempre in mente un’altra scena, vista con i miei occhi anni fa, quando lavoravo nel centro storico. Un anziano del posto aveva accompagnato una bambina a casa prendendola per mano, e tanto basto per tacciarlo di essere un pedofilo. Le dicerie però si trasformarono in altro, sfociando in diversi episodi violenti ed almeno un’aggressione per strada, dove nessuno fece niente a sua difesa.
In quegli anni erano ancora episodi isolati. Oggi invece le risse si susseguono con sempre più frequenza. E vista la bella stagione in arrivo, c’è preoccuparsi.
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