Era il lontano (lontanissimo) 2013 quando Steven Tyler venne in visita a Cotronei, come raccontato – al tempo in esclusiva – sulle pagine del giornale per cui lavoro. In quell’occasione si incontrò con i suoi veri parenti, rimasti in Calabria a differenza del suo ramo familiare, che emigrò in cerca di fortuna. Fortuna che forse si cercò di riportare anche nella sua terra natìa, con la proposta di un “museo del rock” dedicato all’artista.
La proposta venne formalizzata nel 2018 per poi essere finanziata l’anno successivo, con una somma non indifferente: 1,3 milioni di euro. Non pochi, per un centro abitato come Cotronei. Soldi che servivano per l’acquisto della casa natale di Tyler, da destinare ad una sorta di museo musicale. Tutto bello, almeno nelle intenzioni: perchè a distanza di 12 anni da quel fatidico incontro, questo museo ancora non esiste.
O, per meglio dire: esiste una struttura realizzata appositamente, ricavata altrove, finita al centro di un’indagine con 15 indagati da parte della Procura di Crotone. E pensare che lo stesso frontman aveva diffidato il comune da usare il suo nome (già nel 2022) in caso di cambio del progetto. E pensare persino che pareva esserci stato un ripensamento da parte dell’amministrazione comunale. A furia di pensare, il sogno (genuino) si è trasformato in un volgare incubo impossibile da evitare.
La vicenda è fresca, ma aspettate che i giornali nazionali ricostruiscano questa storia e non potremo far altro che verognarci profondamente per come funzionano le cose, in generale, dalle nostre parti. Perchè se era chiaro già dal 2022 (ma anche da prima) che sulle origini italiane di Tyler ci volevamo fare la cresta, è oramai chiaro che non solo non ci siamo riusciti, ma c’abbiamo anche appizzato più di un milione di fondi pubblici generosamente offerti dalla Regione.
Fondi che fanno gola a tutti, al punto che – casomai ve lo siate scordati – in più occasioni di propose di spostare il museo altrove, in altri centri abitati, anche piuttosto lontanucci da Cotronei. Richieste già di per sè assurde, che lasciano intendere una cosa chiara: delle origini di Tyler frega cazzi, quello che interessa è il finanziamento da 1,3 milioni.
Sarà interessante leggere le carte dell’inchiesta, perchè i pareri non sono affatto concordi. L’attuale amministrazione ha sicuramente ereditato il progetto dalla precedente, per cui si può “incolpare” tanto e non quanto, ma andrà chiarito se effettivamente ci fù il contatto con i proprietari dello stabile (che pare volessero cederlo persino gratuitamente, circostanza assai inusuale dalle nostre parti) e se l’iter è stato davvero regolare o meno.
Ciò che resta, e resterà in futuro, di questa vicenda, è l’onta su Cotronei e su quella Calabria che non è in grado di fare cose belle neppure quando ne ha la possibilità reale e concreta.
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