Mi sono sempre posto questa domanda, e finalmente ho trovato una risposta esaustiva. Una risposta che va condivisa, dato che in pochi(ssimi) hanno avuto la pazienza di rispondermi e di ricercare informazioni. Ma, dopo diversi anni, sono riuscito a comprendere una cosa che, noi Crotonesi, ci siamo chiesti almeno una volta nella vita.

Come ben saprete, ogni sette anni ricorre la Festa Grande, l’evento religioso più atteso della città. Viene fatto uscire il vero quadro della Madonna di Capo Colonna, che arriverà a destinazione grazie a due possenti buoi. Sebbene il settennale sia particolarmente atteso, in pochi sanno il perché di questo intervallo di tempo. Perché proprio 7 anni? Perché deve passare tutto questo tempo per la festa grande?

Ovviamente, la mia prima considerazione è andata subito ad un significato spirituale, religioso. Inizialmente pensai ai sette doni dello spirito santo, dimenticandomi (banalmente) i sette sacramenti, ma anche i sette peccati capitali! Durante questa ricerca, in molti (purtroppo) si sono fermati a questo. Il sette é un numero sacro, per questo riccorre il settennale. Ma la risposta era troppo scontata.

Ed infatti non era la risposta giusta.

Come al solito, ci tocca andare molto indietro nel tempo. Bisogna arrivare alle antiche origini del Cristianesimo, anzi, ad un periodo addirittura precedente! Peché il 7 è un numero molto particolare, anzi, storicamente è stato sempre un numero di riferimento. Ma facciamo un passo per volta.

L’importanza del sette per il Cristianesimo deriva interamente dal culto Ebraico, che passò alla nuova fede molti usi e tradizioni secolari (se non millenari). Dovremmo conoscere tutti il famoso passo della Genesi, nell’Antico Testamento, che riguarda la creazione della terra e annessi. Dopo aver creato tutto, si dice:

Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto.

Secondo la tradizione religiosa dunque, il sette è un numero benedetto, sacro. La sua importanza viene attribuita al fatto che fù proprio Dio a benedire il settimo giorno, rendendolo un giorno dedicato al riposo. Letto in chiave più metaforica, rappresenta la chiusura di un ciclo. Nell’Apocalisse infatti, il sette é un numero riccorrente (ricorre spesso in tutta la Bibbia), tant’é che si attendono 7 angeli che suoneranno 7 trombe, il tutto dopo aver violato i 7 sigilli apposti sul libro.

Per cui, non é errato affermare che, sopratutto nella religione Cristiana/Cattolica, il 7 sia un numero importante per via dei suoi trascorsi biblici. È il numero che indica il ciclo compiuto da Dio per creare tutto, ed è stato consacrato proprio da Dio. Un ciclo che si é compiuto.

Ma ovviamente, non mi basta. Perché per gli Ebrei il sette era importante? Anche in questo caso, la risposta sembra esserci fornita dai testi sacri. Conoscete tutti la Menorah, il tipico candelabro ebraico. Beh, questo ha sette braccia. Il perché di ciò è ancora oggi controverso. C’è chi dice che siano sette perché indicano i sette giorni necessari a Dio per creare la terra (la settimana), c’è chi dice che raffigura un albero o un arbusto, e c’è chi lo collega alle Sephirot, affermando che:

Il candelabro a sette bracci rappresenta il mondo immutabile delle 10 sefirot:
le braccia di sinistra sono il pilastro della severità: intelligenza, giustizia e maestà
le braccia di destra sono il pilastro della misericordia: saggezza, amore ed eternità
entrambe convergono sulpilastro dell’equilibrio

Fatto sta che, anche in questo caso, c’é lo zampino di Dio, che avrebbe ordinato lui stesso di creare un candelabro con sette braccia quando, mostratosi durante l’Esodo (sempre Antico Testamento), afferma:

Farai anche un candelabro d’oro puro. Il candelabro sarà lavorato a martello, il suo fusto e i suoi bracci; i suoi calici, i suoi bulbi e le sue corolle saranno tutti di un pezzo.
Sei bracci usciranno dai suoi lati: tre bracci del candelabro da un lato e tre bracci del candelabro dall’altro lato.
Vi saranno su di un braccio tre calici in forma di fiore di mandorlo, con bulbo e corolla e così anche sull’altro braccio tre calici in forma di fiore di mandorlo, con bulbo e corolla. Così sarà per i sei bracci che usciranno dal candelabro.
Il fusto del candelabro avrà quattro calici in forma di fiore di mandorlo, con i loro bulbi e le loro corolle:
un bulbo sotto i due bracci che si dipartano da esso e un bulbo sotto gli altri due bracci e un bulbo sotto i due altri bracci che si dipartano da esso; così per tutti i sei bracci che escono dal candelabro.
I bulbi e i relativi bracci saranno tutti di un pezzo: il tutto sarà formato da una sola massa d’oro puro lavorata a martello.
Farai le sue sette lampade: vi si collocheranno sopra in modo da illuminare lo spazio sul lato della sua faccia.
I suoi smoccolatoi e i suoi portacenere saranno d’oro puro.
Lo si farà con un talento di oro puro, esso con tutti i suoi accessori.
Guarda ed eseguisci secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte.

Addirittura, Dio non solo da indicazioni su come rispettare alla perfezione i canoni divinatori, ma mostra perfino un modello da seguire! Il modello divino presenta 7 bracci. Come detto sopra però, questo sette può non essere collegato solo con il ciclo lavorativo impiegato da Dio, ma con un altro strano fattore misterioso, cioé le Sephirot, e dunque l’albero della vita.

Il concetto di Albero della Vita è molto più antico del culto Ebraico. Ed è probabile che questo riferimento al sette come numero sacro sia derivato proprio da altre popolazioni. Nelle antiche popolazioni semitiche infatti, il sette era già considerato un numero importante, poiché aiutava a scandire il tempo: ogni fase lunare dura sette giorni, e all’epoca il calendario era basato sui cicli della Luna.

Insomma, parliamo sempre di cicli! Il numero sette dunque, da tempo immemore (e quindi da ben prima del Cristianesimo) è considerato un numero speciale, importante, poiché porta con se l’inevitabile chiusura di un ciclo, destinato a riaprirsi e richiudersi, e così via. È un numero di riferimento.

Il numero sette è infatti rilevante per moltissimi culti religiosi, e non solo. All’epoca non esistevano calendari basati sulla posizione del Sole (o almeno così sembra), ma solo calendari Lunari. Così era anche per le popolazioni dell’India e della Cina, che davano al numero sette un valore estremamente alto, spirituale, addirittura esoterico e terapeutico. Si pensi a quanti sono i Chakra ad esempio.

Con la nascita dei culti monoteisti, l’importanza del settimo giorno venne trasformata in una celebrazione, seguendo un filo logico che non mi é ancora molto chiaro. In qualche modo, venne definito un calendario, ed ogni sette giorni si sarebbero osservati dei riti. Come ben saprete, gli Ebrei osservano come giorno di riposo il Sabato. La parola Sabato deriva da Shabbat, che vuol dire riposo, e contiene nella sua radice la parola Sheva, ossia sette 🙂

Con la forgiatura dei testi sacri, vennero definiti anche i 10 Comandamenti, che tutti conosciamo. Tra questi, il terzo richiama questa antica tradizione: ci ricorda di onorare le feste, e, a voler essere pignoli, nel Deuteronomio è scritto “Osserva il giorno di sabato per santificarlo“. Quindi, santifica il settimo giorno. Che poi il giorno di riposo globale sia diventata la Domenica é un’altro paio di maniche.

Nell’ottica del settennale quindi, si fa festa grande perché si richiama al settimo giorno, che é sacro! Il settimo evento è importante perché chiude un ciclo, e quindi va onorato e celebrato.

Arriviamo dunque al consueto riepilogo finale. Ogni sette anni si fa Festa Grande per la Madonna di Capo Colonna perché il settennale richiama al settimo giorno, ossia il numero di giorni che servirono a Dio per creare la terra, e che, stando ai 10 Comandamenti, va onorato e santificato. L’importanza del numero sette invece é un retaggio di un antichissimo passato, di quando il tempo aveva un valore diverso, e che si é tramandato per almeno due millenni. Il sette infatti era ritenuto importante in quanto scandiva le fasi lunari, e dunque il calendario.

Tutti gli attributi successivi, come quelli della numerologia o alchemici, sono venuti dopo. Alla radice di tutto, il sette é storicamente importante per quanto detto sopra.

Ovviamente, in molte città e in molti paesi si festeggiano i settennali. Il ragionamento esposto sopra non cambia, è lo stesso per tutti. Io gli ho messo giusto un tocco di casa.

Adesso quando qualcuno vi chiederà perché proprio ogni sette anni, avrete qualcosa di cui parlare! 😉

Una risposta a “Il perché del settennale”

  1. […] animato fino a tardi, tra famiglie e ragazzi che si apprestavano a fare il giro delle sette chiese (Perché sette? Il motivo è sempre quello), stando attenti a non concludere il giro di visite con un numero pari: porta […]

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