Dato che in questi giorni è tornato di moda parlare di subsidenza, di “sprofondamento” e di riduzione della linea di costa, è bene ricordare a tutti che buona parte della marina è costruita, letteralmente, sulla sabbia.

In passato infatti i calanchi finivano direttamente in mare, o nelle sue immediate vicinanze, lasciando piccole porzioni di terreno non coltivabili ed adatte al più al pascolo. Solo successivamente, nel corso del ‘900, si iniziò a profilare la possibilità di sfruttare questi spazi per costruire abitazioni.

E così fù, anche per via della forte presenza abitativa nelle baracche del rione Shangai che resero necessari interventi strutturali, dando il via, di fatto, alla lottizzazione del Carmine. Le baracche non erano costruite sulla terra, ma sull’argilla e sulla sabbia, tant’è che vi era chi abitava sino alla prossimità del bagnasciuga.

La “cemetificazione” del rione comportò ovviamente la realizzazione di strade e fondamenta, che tuttavia vennero costruite sempre tra argilla e sabbia, al pari di quanto accadde anche alla Marina, in zona Verdogne e a Sant’Antonio.

La dimostrazione empirica più comune è data dal lavoro incessante delle formiche, come vedete in foto. Queste scavano e costruiscono i loro rifugi portando in superficie il terreno rimosso, e, se ci avete mai fatto caso, in tutta la zona del lungomare viene portata in superficie della sabbia.

Questo perché, vale la pena ripeterlo, buona parta della fascia costiera della città è stata costruita direttamente sulla sabbia, sottraendo di fatto alla natura i suoi spazi. Il tutto contribuisce a creare un problema con la subsidenza naturale e l’innalzamento del livello dei mari.

Ma queste sono altre storie.

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