Questa sera è venuta fuori una notizia aberrante, che probabilmente costituirà il primo vero passo falso della giunta regionale guidata da Occhiuto. Perché come comunicato dallo stesso governatore, la Regione Calabria avrebbe deciso di non applicare la famigerata direttiva Bolkestein. E lo avrebbe fatto dopo una semplice riunione di giunta.

L’annuncio fatto da Occhiuto è più elettorale che reale. Nel tentativo assicurarsi un distacco (oramai certo) dalla Lega, deve aver pensato a questa “trovata” per prendere due piccioni con una fava. Non solo strizza l’occhio ai balneari, ma arriva ad esaltare anche l’idea di autonomia differenziata, perché solo con questa paventata “autonomia” la Calabria può far fronte ad un problema che non tutti hanno.

Ma attenzione: l’annuncio di Occhiuto è fallace. Perchè anche se fosse valido il suo ragionamento (che sostanzialmente è: da noi non c’è carenza di spiagge, quindi la direttiva non si applica) ciò non permetterebbe in alcun modo di “rigettare” la direttiva Bolkestein, che, tra le altre cose, non riguarda solo i balneari.

Sull’applicazione di queste leggi europee – discutibili, per carità – si è già espresso il Consiglio di Stato dopo diverse sentenze di alcuni TAR, che hanno sempre rigettato i vari ricorsi presentati. Sostanzialmente, la “risorsa spiaggia” (come chiosa ripetutamente Occhiuto nella sua nota) è scarsa in tutta Italia, e per questo motivo viene messo nero su bianco che le proroghe non possono più essere rinnovate.

Per quest’anno, ormai è chiaro, vigerà una sorta di deroga che permetterà ai soliti gestori di aprire, come già di fatto sta accadendo. Si parla di “proroghe tecniche” garantite dal fatto che gli enti non hanno fatto quanto dovuto per espletare correttamente le gare. Tanto basta e se ne parla l’anno prossimo.

Ma in tutta questa confusione, le affermazioni di Occhiuto sono gravi: perché un governatore regionale non può stralciare una norma ratificata dallo Stato o decidere di non applicarla, e qualora provasse a farlo sarebbe sicuramente fermato in corso d’opera. E così finirà anche per la giunta regionale calabrese, che però, ricordiamolo, è in piena campagna elettorale.

Le fibrillazioni tra alleati sono tali che dopo le sparate della Lega prima sul ponte e poi sui fantomatici miliardi per la Statale 106 (che non sono stanziati da nessuna parte), adesso ci tocca questa sulle concessioni balneari. Come se solo così facendo si possa “salvare l’estate” ed il turismo in Calabria, e non con una seria regolamentazione.

Il tutto è paradossale, ma scontato. Si cerca consenso per le elezioni europee criticando una norma europea. Bisognerebbe però ricordarsi di questa vicenda tra qualche mese, quando ci si renderà conto che altro non è che una bolla di sapone.

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