In questi minuti ha iniziato a circolare su Facebook un comunicato, firmato da ben 35 associazioni del crotonese, contro il progetto del rigassificatore di cui si è già parlato. Continua così a salire la lista dei contrari al progetto, che dopo aver incassato i No di alcuni esponenti politici come Correggia e Voce, inizia ad incassare le prese di posizione del mondo dell’associazionismo locale.

Associazionismo che, come al solito, rispolvera i temi cari sull’ambiente, sull’inquinamento, sulla mancanza di infrastrutture, sui pericoli, sui danni, sugli scarti, le scorie, e chi più ne ha più ne metta. Si tratta, a tutti gli effetti, di qualcosa di simile ai moderni post da “cinquantenne indignato” che godono di cotanta visibilità sui social, più che di un comunicato serio e basato su dati fattuali.

Ma si sa: i dati interessano solo quando portano acqua al nostro mulino. Chissà se le trantacinque associazioni firmatarie, quando parlano di “tutela dell’ambiente” e di “sviluppo del porto turistico”, sanno che una nave da crociera – per usare come riferimento il modello di sviluppo più auspicato per il porto cittadino – consuma circa 150 tonnellate di carburante in un giorno. L’equivalente di un milione di automobili. Quel consumo direttamente nelle nostre acque e nelle nostre arie non è dannoso, nocivo, pericoloso?

Misteri degli ecologisti della domenica. Per adesso, l’unica cosa certa è che l’impianto non è neppure stato approvato definitivamente, e già si chiede di fare passi indietro, di bloccare il progetto, di revocare i permessi (!). Il tutto, a vantaggio di una millantata “tutela ambientale” che non corrisponde ad altro che al lasciar tutto così com’è.

Un destino che si ripete nel tempo, qui a Crotone, e che ci condanna ad una retorica improduttiva e deleteria.

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